Buon Compleanno professor Antonio Scherillo

Il 21 luglio, corrente anno, il professor Antonio Scherillo compie 100 anni, la maggior parte dei quali riservati ad una intensa attività scientifica, mirata allo studio e alla scoperta del sottosuolo campano, in particolare di quello dei Campi Flegrei.
A tal proposito, il 25 maggio scorso, l’Università Federico II di Napoli, ha voluto omaggiare l’illustre professore con un convegno dal titolo emblematico “Cento anni per la scienza”, dedicato alla sua carriera e tenutosi presso la sede del Real Museo Mineralogico di Napoli .


La conferenza, divisa in due sessioni, ha goduto del contributo di colleghi mineralogisti e petrografi, alcuni dei quali anche ex allievi del professore, che hanno relazionato, con i loro interventi, la ricerca scientifica di Antonio Scherillo.
La carriera del prof. Scherillo è stata lunga e multiforme, nel senso che ha toccato in modo non superficiale le varie discipline inerenti allo studio delle fasi solide della superficie terrestre, come la Cristallografia, la Mineralogia, la Petrologia, fornendo sempre contributi avanzati in relazione ai tempi. Una carriera lunga ma non dispersiva, essendosi attestata, nelle fasi centrale e finale, sulla Petrografia dei prodotti vulcanici (in particolare, delle piroclastici) dell’Italia Meridionale e Centrale, con il ricorso sistematico, come metodo d’indagine elettivo, all’analisi chimica quantitativa.
 Tutto questo è stato rimarcato dalle relazioni dei partecipanti al convegno, ovviamente più giovani del festeggiato, che, per anni ed anni, hanno visto in lui un maestro degno di sincera ammirazione e spesso anche d’affetto. Il presidente dell’Accademia Pontaniana ha avuto, altresì, la finezza di mettere in evidenza la vastità degli orizzonti culturali del prof. Scherillo, non rivendicandola apertamente, ma dando lettura dei passi essenziali di una singolare memoria da lui pubblicata, come gran parte dei lavori di carattere prettamente scientifico, sui Rendiconti dell’Accademia stessa, sulla vita del Teatro S. Carlo, nella prima parte del secolo diciannovesimo, e sulla famosa “Prima” della Lucia di Lamermoor.
Antonio Scherillo nasce a Varese da padre napoletano e conclude il suo percorso universitario a Roma laureandosi in Scienze Naturali.
Nel 1939 viene catapultato in quella che era la disastrata realtà del museo di Mineralogia di Napoli (di cui è stato il direttore per molti anni) dove, armato di sapienza ed anche di pazienza, in 10 anni di intenso lavoro, ha provveduto al ripristino e alla ri-sistemazione dell’intera struttura conferendogli quel prestigio di cui gode tuttora.
Il maggior contributo, alla scienza ed alla storia, del professore è stato sicuramente il rilevamento stratigrafico dei Campi Flegrei (La Stratigrafia, nell’ambito delle scienze geologiche, è la disciplina che studia la datazione delle rocce ed i rapporti reciproci fra unità rocciose distinte, è particolarmente sviluppata nell’ambito delle rocce sedimentarie). Per Campi Flegrei si intende, comunemente, la regione posta ad ovest della città di Napoli caratterizzata da una morfologia determinata dalla presenza di numerosi edifici vulcanici di tipo esplosivo, ben conservati, o, quanto meno, tuttora riconoscibili, a causa della età estremamente bassa, da un punto di vista geologico, pur essendo costituiti da materiali soggetti ad agevole erosione. Tradizionalmente, i limiti dei Campi Flegrei sono costituiti dal margine settentrionale della conca di Quarto, dalla collina di Posillipo e dal mare. In realtà, la stessa zona urbana di Napoli va inclusa nella regione Flegrea, per l’ottima ragione che, almeno, i materiali (tutti di origine vulcanica) più recenti della serie stratigrafica dei terreni della zona urbana sono gli stessi che si ritrovano nella zona indicata tradizionalmente come Flegrea ed hanno la scaturigine in edifici vulcanici della zona stessa.

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