Il riciclaggio della plastica e la nascita della bioplastica

di Carmne Milone
L’impiego della plastica oggi è frequentissimo, il suo uso viene applicato in molte attività umane: dalle attività casalinghe a quelle industriali.Dappertutto possiamo osservare materiali in plastica, anche le nostre auto sono caratterizzate per la maggior parte da questo materiale.

Ma che cosa è in realtà la plastica?Si tratta di una sostanza organica come tante altre e come queste deriva da sostanze naturali.E’ un derivato del petrolio ed in particolare nasce dalla polimerizzazione o policondensazione del propilene e dell’etilene unità più piccole di idrocarburi.

Questi monomeri dell’etilene e del propilene mediante questi due processi vengono di nuovo accorpati grazie a catalizzatori (enzimi che velocizzano le reazioni chimiche) formando nuove catene con diverse caratteristiche fisiche e chimiche: nascono cosi’ i diversi tipi di plastica.

A questi materiali si possono poi aggiungere additivi che evidenziano alcune caratteristiche delle diverse plastiche.Un colorante ne puo’ migliorare l’aspetto esteriore, altre sostanze ne possono aumentare la rigidità o la morbidezza, altre ancora ne possono aumentare la leggerezza.

Un altro quesito potemmo porci: dopo quanto detto i materiali plastici quando riversati nel nostro ambiente, inquinano?

La plastica è un materiale biodegradabile: essa puo’ essere ricondotta a sostanze semplici facilmente assimilabili dai cicli biogeochimici, però il suo periodo di trasformazione può durare anche migliaia di anni. Il suo uso potrebbe quindi avere enormi impatti ambientali sull’acqua, sull’aria che respiriamo, sull’uso del suolo.

Una serie di accorgimenti però possono rendere il suo uso ancora possibile.La prima soluzione è quella di adottare un riciclaggio chimico o meccanico, o il riutilizzo dell’energia in essa contenuta.

Il riciclaggio chimico permette di ritornare agli elementi di partenza con la scomposizione dei vecchi polimeri, e il ricilclaggio meccanico pone come punto di partenza di un nuovo materiale plastico quello già dimesso grazie all’uso di calore che plasmerà le nuove forme.

Il recupero energetico è sicuramente possibile dal momento che la plastica derivando da idrocarburi è un concentrato di energia chimica contenuta negli innumerevoli legami con il carbonio.

Altra soluzione molto rassicurante sull’uso futuro di questo materiale è quello della creazione di plastiche leggere velocemente biodegradabili derivanti da sostanze vegetali: la bioplastica.

Di questo lavoro se ne sta occupando la Gran Bretagna che sta portando avanti il progetto Net Composites riguardante l’uso di prodotti strutturali partendo da risorse rinnovabili.

Ancora una volta quindi la scienza non conosce frontiere per l’uso sostenibile dell’ambiente che ci circonda!

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