Biglietto solo andata per Bologna

di Lisa Avallone
Piazza Verdi a Bologna è una piazza rettangolare, che si allunga a metà di via Zamboni, la via dell’università.

Seguendo la direzione della strada i portici si piegano, curvano a sinistra, lentamente, e lì si apre la piazza, forata cinque volte da strade dritte come i raggi di un sole da bambini, nette, sparse e anche loro coperte di portici.

Sotto i portici a Bologna è un po’ freddo anche nei pomeriggi di aprile, perchè il sole di primavera non ci arriva, c’è l’ombra sotto i portici e a volte, quando il sole se ne va del tutto, c’è il buio.

Bologna è una strana metropoli !

Questa città non è come le altre, perchè è complicata, contraddittoria, se la guardi, camminandoci dentro è tutta piazze e portici, ma se ci vai sopra con un elicottero è verde come una foresta… Ci sono strade che, imboccate da una parte, finiscono in via Indipendenza, tra le bici della gente che attraversa per guardare le vetrine e gli studenti delle medie, con gli autobus che suonano per passarci in mezzo.

Imboccate dall’altra, invece, non portano a niente, ad altre vie, sempre più piccole, che piegano ad angolo e poi si perdono. In qualunque città un ragazzo strano, con accento strano, che entra ed esce di casa a tutte le ore del giorno e della notte e non si sa chi è cosa fa e di che vive e a volte sparisce e poi ritorna, in qualunque altra città sarebbe stato notato, ma a Bologna no; a Bologna questo è l’identikit dello studente medio, l’università è una città clandestina, studiare a Bologna significa entrare in un mondo nuovo dove vecchio e nuovo convivono, dove in realtà i bolognesi sono pochissimi. L’università è stata da sempre la base su cui la città si è formata: si narra che i portici siano nati dalla volontà dei bolognesi di allargare la casa di una stanza per poter ospitare gli studenti, un mondo nuovo dove integrazione è la parola d’ordine per poter vivere realmente la città, nella sua pienezza. Oltre agli studenti che arrivano da qualsiasi parte d’Italia, ma soprattutto dal sud, ci sono “gli erasmus”, studenti stranieri, la gente che viene a cercare lavoro, gli immigrati, tra cui i pachistani che hanno letteralmente invaso il settore dei negozi alimentari, gli arabi, i marocchini… una folla di gente che a Bologna, forse, è di passaggio per l’attività culturale ed artistica, che tra tutte le città d’Italia è la più brulicante.

L’università è il centro promotore di tantissimi eventi, seguirli tutti è improponibile, per chi come me ha scelto di cambiare città oltre che il confronto con un luogo nuovo, c’è la predisposizione a prendere nuove abitudini, curare la propria vita, cucinare, pulire casa, divertirsi, studiare, imparare a vivere soli e a prendersi cura di se… una buona prova di resistenza e formazione.

Dovunque la vita è complicata e varia, ma questa città la diversità… te la sputa in faccia.

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