Congresso “Il Cuore a Nord di Napoli” con un occhio al futuro: la telemedicina per la cura dello scompenso cardiaco

Si è svolta presso l’Hotel Gli Dei di Pozzuoli la dodicesima edizione del congresso “Il Cuore a Nord di Napoli”, che ha sancito un resoconto dei risultati raggiunti in ambito sanitario dall’Asl Napoli 2 Nord in questo anno e ha posto le basi per ciò che verrà nel prossimo futuro.

Il congresso, con le sembianze di un salotto amichevole movimentato da opinioni illuminate e voglia di imboccare la rotta diretta verso il futuro, di cui il benessere del paziente-cittadino è l’obiettivo primario, oltre a dati ospedalieri e disquisizioni prettamente tecniche, ha lasciato ai più la sensazione che la sanità campana sia finalmente unita. Anche il “padrone di casa”, il Prof. Gerolamo Sibilio, direttore della U.O. di Cardiologia e UTIC ed Emodinamica dell’Ospedale S. Maria delle Grazie di Pozzuoli , ha battuto molto su questo aspetto nel suo discorso di presentazione: “Nel corso degli anni questa è stata un’esperienza che ci ha legato molto. Prima eravamo semplici colleghi distinti gli uni dagli altri, ora siamo colleghi che collaborano tutti i giorni. Qui c’è l’eccellenza della cardiologia campana e quindi, cari amici di Giugliano, Frattamaggiore ed Ischia, proviamo a fare un cammino assieme“.

 

La riprova che la coesione delle varie cardiologie (e, si spera, di tutto il sistema sanitario campano) ha rappresentato il vero fulcro di queste giornate, è giunta anche dalle parole del Direttore Generale dell’Asl Napoli 2 Nord Dott. Antonio D’Amore, che ha aggiunto: “Quando ho preso questo incarico la sensazione era quella della necessità di ricreare una squadra e un corpo unico dove poter investire. Questo è stato fatto, e oggi ne abbiamo la prova. Pozzuoli è un punto di riferimento per tutti, ma il lavoro verrà fatto anche su Giugliano, Frattamaggiore e Ischia. Resteremo sempre vicini al cittadino“.

Come accennato, però, non solo coesione, ma anche fatti, con uno sguardo al futuro. In accordo con TIM e GPI, partner tecnologici dell’Asl in questa iniziativa, per la prima volta sul territorio locale prenderà infatti il via un programma di telemedicina per il trattamento dello scompenso cardiaco.

La telemedicina, un fiore all’occhiello per la cura dello scompenso cardiaco

Per comprendere il contributo che può offrire la telemedicina nella gestione dei pazienti con scompenso cardiaco, partiamo dall’esame dello scenario attuale:

  • I dati epidemiologici indicano una riduzione di mortalità per le sindromi coronariche acute, dovuta ai progressi della Medicina (maggiore utilizzo dell’angioplastica e di farmaci di nuova generazione).
  • La popolazione italiana, rispetto a 50 anni fa, vive in media 10 anni in più (dati OCSE). Il 70% dell’aumento della durata della vita è dovuto ai progressi nella cardiologia. Un altro aspetto preminente è costituito dal progressivo “invecchiamento” della popolazione.

Questi due fattori sono i motivi principali che causano l’aumento dei pazienti affetti da scompenso cardiaco.

Lo scompenso cardiaco ha una prevalenza dell’1-2%. Nel nostro paese si registrano quindi da 600.000 a un 1.200.000 casi. Questa prevalenza aumenta addirittura oltre il 10% dopo i 75-80 anni e ancora di più negli ultraottantenni. Nonostante il miglioramento della durata della vita per l’efficacia dei farmaci, è ancora molto alto il tasso di mortalità, a tal punto che lo scompenso cardiaco è stato omologato, ai fini prognostici, addirittura ad un cancro. Quindi, questa patologia, oggigiorno rappresenta un problema socio-economico e di Sanità pubblica. Questi pazienti hanno ricoveri ricorrenti, con una media di 8-9 giorni di degenza (70-80% nei reparti di Medicina e 20-30% in quelli di Cardiologia), facendo lievitare i costi economici ed incidendo negativamente sulla gestione del turn-over dei posti letto in ospedale e, soprattutto, sulla qualità di vita dei pazienti, costretti a molteplici “accessi” ospedalieri all’anno.

Da ciò si rende necessario questa innovazione, che mira a ridurre notevolmente i ricoveri dei pazienti, che potranno essere sottoposti così a monitoraggio costante restando al proprio domicilio. Partirà infatti un progetto pilota con l’arruolamento di un target ridotto di pazienti con scompenso cardiaco cronico e alto rischio di recidive (severa riduzione della capacità contrattile del cuore e con elevato numero di ricoveri), sottoponendoli a monitoraggio specialistico remoto ed agendo sulla fase pre-clinica della malattia, con l’obiettivo di ridurre le recidive sintomatiche, che aumentano la frequenza delle ospedalizzazioni.

L’obiettivo dell’utilizzo della telemedicina è ambizioso: ridurre la ricorrenza degli episodi di scompenso cardiaco, che aggravano notevolmente la situazione clinica del paziente, ogniqualvolta si presentano e complessivamente ne peggiorano la prognosi quoad vitam.

Telemedicina, come funziona?

Il monitoraggio remoto per lo scompenso cardiaco è un sistema modulabile, che permette di valutare a distanza diversi parametri, quali ad esempio il peso corporeo, la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, l’impedenza toracica, ecc. Il superamento dei valori soglia di tali parametri genera un allarme, raccolto dai dispositivi di controllo dislocati direttamente presso il domicilio del paziente, che viene trasmesso telematicamente alla “workstation” sita presso l’U.O. di Cardiologia-Utic dell’Ospedale.

Qui saranno esaminati dal software, che richiamerà l’attenzione del medico, per il relativo intervento da mettere in campo, ai fini di una correzione terapeutica o – in casi più gravi- di un ricovero ospedaliero con meccanismo di accesso più fluido ed appropriato.

1 Commento su "Congresso “Il Cuore a Nord di Napoli” con un occhio al futuro: la telemedicina per la cura dello scompenso cardiaco"

  1. Teresa Di Fraia | 2 dicembre 2018 su 11:40 | Rispondi

    Ben organizzato,molto articolato,con le eccellenze della cardiologia campana,ma soprattutto ha raggiunto il suo scopo:fare squadra è il miglior successo. COMPLIMENTI!

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