Marijuana: legalizzazione si, legalizzazione no

Da tempo se ne parla in Italia e i pareri continuano ad essere discordanti. Personalmente sono stato sempre contrario alla liberalizzazione delle droghe, pesanti o leggere che siano, e ammetto il mio pregiudizio “educativo”.

Quando 5 anni fa è iniziata la legalizzazione della cannabis in Colorado, mi sono molto preoccupato poiché questo Stato è la mia seconda casa.
Funziona come da noi per le sigarette: possono somministrarla solo gli esercizi autorizzati e lo Stato, col suo monopolio, ne ricava la relativa tassa sulla vendita. Pensandoci su, è meglio che ci guadagni lo Stato che la malavita, no?

E in effetti i benefici economici si vedono e come! Ovunque si scorgono cantieri per la costruzione di case e strade, i servizi ai cittadini sono tanti ed efficienti, senza contare la percezione di ricchezza che si avverte nei centri commerciali e nei ristoranti sempre pieni.

Un’operazione del genere farebbe sicuramente bene all’Italia per risollevarsi dalla profonda crisi economica ed occupazionale in cui persiste da troppo tempo.

Insomma, da dimorante occasionale, mi sono ricreduto. A parte il forte odore che si avverte in prossimità dei tanti laboratori di produzione, non ho trovato controindicazioni e tutto sommato mi è sembrata un’ottima operazione.

Tutto bene quindi? Non proprio.

Ricky Gonzales, del Dipartimento di Polizia di Aurora, mi informa che la legalizzazione della marijuana ha consentito la sperimentazione e la manipolazione del THC, il suo principio attivo. Per fare un esempio, circa 20 anni fa una foglia di marijuana ne conteneva circa il 15% oggi ne contiene il 35. È diventato uso comune estrarre il THC sotto forma di olio o di cera e quest’ultima può contenerne fino al 90%.

Ma c’è di peggio: l’estrazione avviene anche sotto forma di cristalli (simile alla metanfetamina) o in polvere (simile alla cocaina). I cristalli (THC-a) possono arrivare a contenere il 99% di THC!
Significa che la cannabis da calmante diventa un eccitante al pari della metanfetamina per cui nel listino di vendita troviamo la Indica (calmante), la Sativa (stimolante) e l’Ibrida.

Le conseguenze di tutto ciò sono: aumento dei ricoveri soprattutto per i giovani, delle morti, dei reati e così via. Nel 2018 i negozi di marijuana hanno superato per la prima volta quelli di Starbucks!

E allora?

Allora credo che anche l’Italia, seppure in ritardo rispetto ad altri paesi europei, arriverà a legalizzare la cannabis, non tanto per una questione morale bensì per opportunismo.

Quando giungerà a quel punto mi auguro che il legislatore abbia memoria dei danni collaterali e dell’esperienza fatta negli altri paesi disciplinando non solo la vendita ma soprattutto la produzione.

Insomma, l’erba deve rimanere tale e non diventare metanfetamina camuffata.

1 Commento su "Marijuana: legalizzazione si, legalizzazione no"

  1. si le foglie!

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