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pagina 4

aprile 2006

Numero 5

E la conoscenza, l’essere attivi verso di essa è una prima buona mossa per sfruttare i vantaggi della globalizzazione.
Una globalizzazione che, secondo la Mernissi, potrebbe portare ad un turismo diverso.

Un turismo che grazie alle nuove tecnologie di informazione e comunicazione possa assumere sempre più i connotati di una vera e propria impresa civica.
Un turismo che “si sforzi di mettere in connessione coloro che condividono la visione di un pianeta in cui la gioventù sia libera di scegliere, un pianeta dove lo spaventoso orizzonte di violenza che Gorge Orwell ci ha proposto nel suo 1984 sia per sempre relegato a un infausto passato”.

Avete messo tutto in valigia?

Allora, buon viaggio.


Bacoli

Lo studio del passato con la geofisica del futuro

di Carmen Milone


Da alcuni anni, la geofisica sta diventando una scienza non più chiusa solo verso le tematiche geologiche, ma si sta trasformando anche in scienza a servizio dell’ambiente e dell’archeologia.

Dando uno sguardo all’ Italia ci rendiamo conto quanto essa sia ricca di beni ambientali e culturali ed in particolare quanto il napoletano sia caratterizzato sia di ricchezze naturali che archeologiche. L’aspetto più affascinante è come questa varietà di bellezze si sia fusa in modo unico nella zona dei campi Flegrei. Nessun paesaggio riproduce un altro castello di Baia, che nasce in rilievo sulla costa tufacea e che si staglia nel blu del mare .Questa costa inoltre conserva antichi reperti sottomarini che man mano stanno venendo a giorno grazie al lavoro di molto archeologi.

In questa zona, sia sulla terra ferma che sotto acqua, ci sono tante testimonianze che devono essere scoperte e valorizzate. A questo punto, a supporto di questa ricerca, si affaccia questa scienza nuova che è la geofisica, lo studio della variazione di parametri fisici legati alla natura.

Uno studio approfondito del contesto geologico, diventa molto importante, perché è necessario che il geofisico conosca che tipo di contrasti fisici vi possano essere tra il background geologico e i lineamenti archeologici, così da riconoscerli abbastanza immediatamente. Inoltre il geofisico deve ricevere dall’archeologo delle nozioni sul tipo di strutture da ricercare.

L’analisi dei dati acquisiti e l’interpretazione condurrà ad osservazioni utili per la pianificazione di uno scavo archeologico. Grazie infatti a questi studi che si esplicano mediante diverse metodologie geofisiche (spesso integrate), sarà possibile indagare cosa c’è nel sottosuolo ancora prima che si possa scavare ed invadere l’ambiente

 

o gli stessi reperti archeologici.

Questo ci fa capire l’importanza dell’uso di questi metodi: essi fanno guadagnare molto tempo per il lavoro dell’archeologo, che diventa molto prezioso per la ricerca di tanti reperti archeologici come nel caso dei Campi Flegrei.

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Antro della Sibilla Cumana
da "Terra di miti, leggende e paure ed. Medigraf

I vantaggi dell’uso degli strumenti di geofisica sono molteplici, essi vanno dalla speditività dell’indagine alla possibilità di mappare intere zone archeologiche servendosi anche dei GIS (Geographic Information System). Sarà infatti possibile costruire delle mappe tematiche in cui è possibile localizzare cavità, muretti, cisterne, reperti di terracotta in posizioni precise ed accurate.

L’archeologo potrà quindi servirsi di queste informazioni per organizzare e controllare lo scavo archeologico. Uno studio così integrato renderà molto semplice la valorizzazione e la conservazione dei reperti stessi che rappresentano una patrimonio culturale unico per i Campi Flegrei.

Questo nuovo genere di ricerca potrebbe quindi essere paragonato ad una sorta di simbiosi che è in natura un tipo di interazione fra due organismi, in cui ognuno trae beneficio dall’altro. Nel nostro caso il geofisico trae dei vantaggi dall’archeologo perché riceve delle informazioni sulla natura di ciò che deve ricercare, analogamente l’archeologo trae dei vantaggi perché viene facilitato nella pianificazione del suo scavo.

Come questo tipo interazione in natura viene favorito perché risulta vincente anche nelle generazioni future, così la fusione di queste due scienze diventerà un punto cardine per la conoscenza e la conservazione del passato.

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