SHARA HUGHES Ho bussato. Eppure senza chiedere il permesso sono entrato

Ci sono pitture nate solo con lo scopo di arredare pareti. Ce ne sono altre destinate a primordiali scopi che vorrebbero toccare alte cime ma, per insufficienza tecnica e mancanza d’autonomia procedurale, finiscono per essere complementi d’arredo di salotti annoiati.
Poi ve n’è un terzo tipo.
La loro struttura tecnica è stata concepita per soddisfare la tensione al miracolo. L’accadimento avviene e non serve più dare definizioni o accontentarsi alla funzione di “decorazione”: c’è solo da affidarsi al suo prodigio.

Shara Hughes è nata ad Atlanta nel 1981. È indispensabile sottolinearlo in prima istanza. Sarà più facile capire la matura e personale sicurezza del suo impianto pittorico. E’ metroquadro, il nuovo spazio espositivo a Rivoli sviluppato su tre piani, a ospitare la prima personale italiana dell’artista americana.
In mostra una selezione di opere realizzate nel 2008 con dieci opere miste su carta di piccolo e medio formato e tre opere olio su tela di grande dimensione. “Gli ambienti di Hughes non assomigliano o ricordano immagini fotografiche estrapolate da riviste d’arredamento”, scrive Marta Casati nel testo critico in catalogo, “La concatenazione degli eventi strutturali si somma elemento con elemento fino unirsi in una struttura completa, circolare, quasi gestita da una visuale privilegiata elargita a 360°. E’ come se all’occhio dello spettatore fosse dato il potere di incamerare nel foro stenopeico del suo apparato oculare la completezza della prospettiva che ha di fronte”. Il mio processo pittorico si basa su una spontaneità controllata. A volte pianifico l’intero dipinto prima di cominciare e tutto procede senza intralci. Questo tuttavia avviene di rado dato che non so mai esattamente cosa succederà. Altre volte mi succede di avere un’idea o un oggetto specifico dal quale iniziare. Potrebbe trattarsi di una parete, di un dipinto, di una sedia o di una combinazione particolare. In questo modo il resto del dipinto gira intorno a quel particolare, ha spiegato Shara Hughes durante l’intervista.

Shara Hughes si è diplomata alla BFA Rhode Island School of Design nel 2004. Vive e lavora a New York. Collabora con Museum 52 di Londra e New York. Le ultime due mostre personali sono state nel 2008 Thank You For Hosting da Museum 52 e All, Most, Mine da Parts Galley a Toronto, e nel 2007 Everything, Always da Rivington Arms a New York. Tra le recenti collettive: 2009, Paint, Saatchi Gallery (Londra); 2008, Living In A Box, Galerie Mikael Andersen (Berlino e Copenaghen); 2007, Up As If Down, Cuchifritos Gallery (New York); 2006, Paint In The Pods, The Sun Dial (Atlanta). Sei opere di Hughes sono state già inserite in Saatchi Collection.

Note tecniche
Dove: metroquadro
Indirizzo: Via Capra 2/E, 10098 Rivoli (TO)
Quando: dal 28 maggio al 25 giugno 2009
Inaugurazione: giovedì 28 maggio 2009 alle ore 18.30
Orario: su appuntamento
Tel: Mirco Vesco 335.6227347 – Marco Sassone 328.4820897
Catalogo in galleria con le opere in mostra, intervista all’artista e testo critico di Marta Casati (italiano/inglese).

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