Il battesimo di Winta bambina eritrea

con foto di Mario Rebeschini

Nella chiesa copta ortodossa di Via De’ Fusari – Bologna
Due anni fa il 13 maggio, la curia di Bologna consegnava agli eritrei la piccola chiesa di via De’ Fusari per dare a loro la possibilità di pregare nella loro lingua e con i riti della chiesa copta ortodossa, una delle più antiche d’oriente formata da cristiani rimasti nella loro fede anche dopo la conquista araba del 641.
Da quel giorno, ogni domenica alle otto precise inizia la loro messa che dura fino a mezzogiorno circa.
Domenica scorsa le porte si sono aperte invece alle sette per celebrare il battesimo della piccola Winta Mesgena di quattro mesi.


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Lasciate le scarpe all’entrata tutti si sono diretti in sacrestia per la cerimonia. Ad attendere bimba, genitori e parenti, il parroco Padre Resene, 40 anni, sposato, tre figli, che vive e lavora a Bergamo in una fabbrica, e Padre Beyene, 68 anni, sette figli, che lavora come magazziniere in un grande stabilimento di Milano. Dopo la presentazione di Winta alla comunità, inizia il battesimo con canti e preghiere. Per essere valido il battesimo copto deve seguire tre momenti precisi: immersione, unzione e prima comunione. Dopo i canti iniziali la bambina viene immersa completamente in una bacinella di acqua tiepida. Winta, colta di sorpresa, si guarda attorno con i suoi grandi occhi neri. Dopo l’immersione, inizia l’unzione con l’olio santo e dopo la cerimonia prosegue in chiesa per la messa e la prima comunione.
Gli uomini a sinistra, le donne a destra. A sinistra il papà di Winta, Sele Mesgena, 43 anni, presidente della comunità eritrea e sacrestano nelle chiese di San Mamolo e San Vincenzo de Paoli e il figlio Joni di quattro anni. A destra, in prima fila, Elelta la figlia più grande di 16 anni, che frequenta un liceo a Bologna, la mamma, Welde Mariam, 33 anni con Winta in braccio, e le madrine.
Winta, dopo un biberon di latte, si è addormentata cullata dai canti e dalle preghiere. E’ svegliata al momento della comunione quando Padre Beyene, imbevuto in una goccia di vino in una briciola di pane lo pone in bocca alla bambina. Ora il battesimo è completo e valido. La messa si conclude con canti e danze guidati dal suono dei tamburi dove partecipano tutti: fedeli, diaconi e religiosi. Dopo la foto ricordo, davanti all’altare, la comunità sposta al Ristorante Africano Adal di via Vasari 7, aperto 22 anni fa da Gaber Kidane, 46 anni, medico chirurgo laureatosi a Bologna dove, per mangiare, occorre sempre la prenotazione. Per i suoi connazionali e festeggiare come si deve la piccola Winta, Gaber ha preparato un ricco e completo pranzo tipico con torta e musiche folcloristiche eritree.


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