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pagina 2

marzo 2006

Numero 4

Pozzuoli

L’Appello per Pozzuoli prepara
un nuovo futuro e presenta
il codice etico politico

di Peppe Del Rossi


“Il mondo politico puteolano si è letteralmente frantumato”, con queste parole, Ettore Giampaolo, dal tavolo della presidenza, ha dato inizio all’assemblea pubblica dell’Appello per Pozzuoli che si è tenuta venerdì 3 marzo all’Hotel Solfatara.
Questo appuntamento è l’ultimo di una serie di iniziative tra le quali : un concerto per una nuova Pozzuoli e la raccolta di firme, con cui l’Appello ha riportato il dibattito politico, fin’ora rinchiuso nelle segreterie dei partiti e nelle aule di tribunale, nel confronto diretto con i cittadini e rappresenta il primo momento per voltare pagina, forse la peggiore della storia politica di Pozzuoli, attraverso la presentazione di un codice etico politico e di tre idee di programma: Pozzuoli città vivibile, Pozzuoli città produttiva, Pozzuoli città d’arte e cultura.
Il codice etico politico, spiega l’ avvocato Pippo Caruso nasce da una riflessione collettiva e parte dalla constatazione delle difficoltà, che incontrano le organizzazioni politiche tradizionali, ad interpretare quella complessità di esigenze espresse dalla società. Ad esempio la comunicazione, attraverso le sue espressioni, nel paese reale è estremamente più veloce, rispetto all’organizzazione delle strutture e delle forme politiche classiche.
 

foto p.d.r.

Il cittadino soffre per l’inadeguatezza di strutture obsolete, chiede un nuovo tipo di cittadinanza, una cittadinanza attiva e di esprimersi in prima persona; la testimonianza di ciò, è stata la massiccia partecipazione alla campagna delle primarie.
Tuttavia, questo modello, calato sulla realtà flegrea, ci induce a fare alcune riflessioni.
A Pozzuoli, l’attività amministrativa è stata mediocre, anche per l’assoluta incapacità dell’opposizione, di agire da stimolo nei confronti della maggioranza.
Su quest’attività amministrativa si è poi sviluppata un’azione giudiziaria, che ha portato ad inchieste delicatissime ed

 

foto p.d.r.

infine, allo scioglimento del consiglio comunale, per presunto inquinamento da parte di organizzazioni malavitose.
Il giudizio su quest’ azione giudiziaria, lo darà col tempo la storia, al termine dei processi; anche se, ha posto all’attenzione di tutti un dato certo: l’inadeguatezza dell’attività amministrativa.
Pertanto, in questo scenario, pensare solo ad un programma partecipato, senza una riflessione sulla selezione del personale politico, significa riproporre il solito libro dei sogni.
L’altro punto chiave quindi, è la selezione di un personale politico, del quale le forze politiche, si devono fare interpreti.
La selezione deve avvenire attraverso requisiti di moralità, di efficienza e di percorso personale, che non si riferisce solo alla professione, basti pensare al ricchissimo bagaglio esperienziale che proviene dalla cultura operaia, quello degli artigiani, più in generale dai mestieri. Un percorso individuale di serietà di sobrietà e impegno.
L’agire concreto del programma partecipato e la selezione del personale politico, all’interno del codice etico politico, passa attraverso un coinvolgimento dei cittadini, con i quali discutere sulle scelte utili alla città, sia nella fase dell’elaborazione concettuale, sia in quella dove si definiscono le linee guida del documento di programmazione economica: bilancio partecipato.
Sulle idee di programma: Pozzuoli città vivibile e Pozzuoli città produttiva, l’urbanista Roberto Gerundo intravede una fase, per alcuni versi, simile a quella del 92- 93, in cui il sistema dei partiti collassò dando inizio alla stagione dei Sindaci.
Oggi, molti comuni, sono stati sciolti per infiltrazioni camorristiche e nasce l’esigenza, di organizzare un consenso diffuso tra la cittadinanza, attraverso forme di aggregazione. L’appello ha colto questa sfida, presentando il programma partecipato, ma affinché questa partecipazione dei cittadini continui nel tempo, c’è bisogno di riformare la struttura comunale, così come sta avvenendo nelle grandi città italiane, tra cui Roma e Napoli e propone di riorganizzare il decentramento, per municipi, superando i vecchi modelli delle circoscrizioni.

 continua...

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