LA BIELORUSSIA FRENA SULLE ADOZIONI INTERNAZIONALI
A rischio anche i soggiorni terapeutici
di Peppe Del Rossi
Da 13 mesi sono bloccate le
adozioni internazionali dalla Bielorussia.
La notizia sta circolando dai primi di novembre ed è il sintomo di un’
inversione di tendenza, già da tempo annunciata dal Presidente bielorusso
Lukashenko, che vuole rivedere in maniera restrittiva e retroattiva le
procedure per l’adozione internazionale. In un comunicato diffuso dall’associazione Loreto Bambino di Milano
infatti, si fa riferimento a 150 pratiche bloccate a Minsk, per motivi non
ancora chiariti. Per le famiglie interessate al blocco, ed altre 600 coppie adottive in
attesa da oltre 24 mesi , è iniziato un cammino doloroso e senza sbocco,
ma il prezzo più alto lo stanno pagando i bambini degli orfanotrofi
bielorussi, per i quali sembra svanire la speranza di avere una famiglia. A peggiorare il clima di delusione, amarezza e tanto dolore è stato il
lungo palleggiamento di responsabilità tra le autorità italiane, da una
parte il Ministro per le Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo,
dall’altra l’On. Maria Burani Procaccini e Marida Bolognesi, della
Commissione Bicamerale per l’Infanzia, una situazione precaria, dalla
quale non si vede via d’ uscita. Il blocco delle adozioni è l’ultimo segnale del malessere di un paese “a
rischio”, isolato dall’Unione Europea e tra i simboli del disastro
nucleare di Chernobyl , sul quale da tempo si è abbassato il sottile
sipario dell’oblio.
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Krivsc: Villaggio Bielorusso, precarie le
condizioni igienico sanitarie |
A confermare
“la caduta di attenzione” sul disastro nucleare di Chernobyl, ci sono i
risultati di una ricerca, elaborati dal “Forum Chernobyl”, raccolti in tre
volumi per un totale di circa 600 pagine. L’agenzia Internazionale per l’Energia Atomica dell’Onu, uno degli
organismi che ha fatto parte dello studio insieme all’Organizzazione
Mondiale della Sanità, parla di appena “50 morti direttamente correlabili
alla catastrofe nucleare e di danni di gran lunga minori rispetto al
previsto”.
Legambiente ha recentemente denunciato questa “riduzione ai minimi
termini” della tragedia di Chernobyl, evidenziando |
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• La
Bielorussia frena sulle adozioni internazionali
pag. 1 di P. Del
Rossi
•
Siamo i ragazzi di Clichè-sur-Bois in preda alla rabbia e all’odio
pag. 2
di M.
Guerrini
•
THE
WORRYBEADS pag. 4
di M.
Di Pietro
•
La
Tradizione Napoleonica
pag. 6
•
Piano Integrato Campi
Flegrei
pag.
6
•
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come nel
rapporto, siano stati del tutto trascurati gli effetti delle radiazioni
sul lungo periodo.
Tra
l’altro, è ben noto che il periodo di dimezzamento del cesio 137 e dello
stronzio 90, altro elemento di contaminazione, presenti nelle aree
contaminate, è superiore ai 30 anni. Queste sostanze radioattive, vengono assorbite dalle piante ed entrano
direttamente nella catena alimentare. Il prof. Yuri Bandazhevsky, anatomo-patologo, condannato per presunta
corruzione dalle autorità della Bielorussia, prima a 8 anni poi ridotti a
4, grazie all’impegno di Amnesty International, ha lavorato per nove anni
nei territori contaminati, ed ha scoperto che il Cesio 137 distrugge
progressivamente gli organi vitali ed inoltre la presenza del Cesio
nell’organismo umano è legata con una particolare forma di cardiopatia. Sono state osservate piante, in cui questo processo di mutazione, è tanto
evidente da alimentare storie fantastiche su una presunta “foresta delle
meraviglie”, in cui vivono piante dalle forme stranissime e dove regna il
silenzio profondo, nella più totale assenza di ogni specie di uccelli. Ciò nonostante è stato provato che l’allontanamento anche temporaneo delle
persone, soprattutto bambini, dalle zone contaminate favorisce la ripresa
delle difese organiche e, cosa più importante, interrompe la continua
assunzione di sostanze contaminate attraverso, ma non solo,
l’alimentazione. Da qui nasce il “soggiorno terapeutico”, meraviglioso esempio di
solidarietà che porta in Italia ogni anno 30.000 bambini per tre mesi
l’anno(2 d’estate e 1 d’inverno), dando la possibilità a questi giovani
ospiti di usufruire dell’assistenza sanitaria necessaria, che non esiste,
per mancanza di mezzi e strutture, nel loro paese. Per ascoltare una testimonianza su questa particolare esperienza, siamo
andati a Bacoli, Comune dell’area flegrea, dove vive Maria che insieme al
marito Biagio Di Meo, hanno creato l’Associazione Culturale “Insieme per
l’infanzia” e si occupano da oltre 10 anni di soggiorni terapeutici,
adozioni e da qualche tempo anche di adozioni a distanza per i bambini
dell’Africa.
continua.... |