Campi Flegrei
“Il volo e la parola”
a Cuma
di Silvia Guardascione
Giochi di
luci e ombre sui reperti archeologici e le bellezze naturali del Parco
Archeologico di Cuma. Questo è stato lo scenario suggestivo della rassegna
culturale “Cuma, il volo e la parola” conclusasi il 2 luglio.
La manifestazione culturale, iniziata il 18 luglio, è stata organizzata
dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici di Napoli e Caserta, dall’
Associazione culturale Oltre l'Averno, dalla Provincia di Napoli Città
Metropolitana e dall’Unione Astrofili Napoletani, con il patrocinio della
Regione Campania, del Comune di Pozzuoli, del Comune di Bacoli e
dell’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo di Pozzuoli. Per ben
due settimane si sono alternati momenti culturali di grande spessore in
cui si è dato largo spazio alla musica e alle arti visive; a tal punto va
ricordata la mostra delle opere d’arte di Vincenzo Aulitto, Antonio Ciraci,
Salvio Capuano, Nunzio Figliolini e Adele Monaco nell’Antro della Sibilla.
Tra gli eventi di spicco di questa settimana dedicata alla cultura,
ricordiamo lo spettacolo di Marco Zurzolo e la sua band tenutosi venerdì
30 giugno al Parco della “Città bassa” e il concerto del “Mr White Trio”
con Enzo Danise al pianoforte, Aldo Vigorito al basso e Ivo Parlati alle
percussioni organizzato per sabato 1 luglio.
La serata conclusiva del 2 luglio è stata caratterizzata da due momenti
principali. Dalle ore 21 circa, presso il belvedere della Torre Bizantina,
il pubblico ha assistito in un silenzio quasi religioso, alla lettura e
all’interpretazione di Ottavio Costa e Caterina Pontrandolfo del mito di
Dedalo, estrapolato dal VI libro dell’ Eneide di Virgilio:”…Daedalus,
ut fama est, fugiens Minoïa regna, praepetibus pennis ausus se credere
caelo, insuetum per iter gelidas enavit ad Arctos, Chalcidicaque levis
tandem super adstitit arce…”. Riprendendo proprio alcuni versi
dell’Eneide di Virgilio, il titolo della rappresentazione è stato “Per le
Orse Gelate”; durante l’interpretazione sono stati ripercorsi i momenti
cruciali del famoso mito di Dedalo: la fuga di Dedalo e Icaro dal regno
Minoico con ali composte di piume leggere legate alle spalle con la cera,
i dialoghi toccanti tra padre e figlio prima della morte dello stesso
Icaro e il viaggio solitario di Dedalo verso Cuma.
La lettura ricca di enfasi di Ottavio Costa e di Caterina Pontrandolfo ,
ma anche le loro pause, i loro silenzi, hanno creato un’atmosfera quasi
magica, in un sito archeologico che è stato da sempre protagonista delle
più grandi storie e leggende mai conosciute. Il pubblico, a termine della
rappresentazione, ha poi dimostrato di aver gradito la performance con un
lungo e caloroso applauso, aggiungerei del tutto meritato.
La manifestazione è proseguita con l’osservazione degli astri, promossa
dall’Unione Astrofili Napoletani (UAN). Sempre nella zona del belvedere
della Torre Bizantina è stata allestita un’area di osservazione in cui
sono stati posizionati un telescopio e due binocoli ad altissima
risoluzione montati su cavalletti.
Il cielo non era limpidissimo come noi visitatori speravamo, ma abbiamo
comunque potuto apprezzare le bellezze astrali di cui ci avevano parlato.
Il telescopio era rivolto a Giove, del quale è stato possibile osservare
anche i quattro satelliti più vicini al pianeta, Io, Europa,
Ganimede, Callisto. Con uno dei due binocoli abbiamo invece
osservato un particolare quarto di Luna , con i suoi crateri e i suoi
margini frastagliati. |
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L’osservazione degli astri è stata seguita poi da una lezione di
Archeoastronomia, una sezione dell’UAN che negli ultimi anni ha riscosso
molti successi. L’attività della sezione di Archeoastronomia dell’UAN ha
consentito di individuare a Cuma la presenza di calendari murali basati
sulle fasi lunari e ha spinto loro a supporre che uno dei templi del Parco
Archeologico di Cuma non fosse dedicato ad Artemide, come gli esperti
hanno sempre affermato, ma alla dea Diana. Gli studiosi dell’UAN, come uno
degli stessi ci ha raccontato durante la manifestazione, sono partiti dal
presupposto che Ártemis e Diana non possono essere considerate la stessa
divinità, come molti erroneamente pensano: la prima è una divinità greca,
la seconda romana. Successivamente hanno considerato che il tempio in
questione risulta edificato proprio nell’età Augustea, periodo in cui lo
stesso Augusto favorì solo le divinità autoctone.
L’aspetto
più rilevante che gli esperti dell’UAN hanno valutato, riguarda le
differenti caratteristiche lunari che le due divinità presentano: mentre
Ártemis è collegata alla Luna crescente, Diana lo è alla Luna piena. I
rilievi e gli studi degli esperti sul campo hanno dimostrato che nelle idi
di agosto del 21 a.C., ovvero il giorno 13, sacro proprio alla dea Diana,
fu possibile osservare dal fondo del tempio il sorgere della Luna piena.
Studi successivi hanno evidenziato inoltre che era possibile osservare
quasi ogni mese questo fenomeno da quel punto. Queste circostanze hanno
spinto i membri della sezione di Archeoastronomia dell’UAN a supporre che
la costruzione del tempio in quella posizione non sia stata completamente
casuale e che appunto il tempio stesso sia dedicato alla dea Diana.
Per quanto
concerne i calendari lunari, gli esperti dell’UAN mediante la proiezione
di diapositive, hanno illustrato in quale modo sono riusciti ad
individuare, sulla parete occidentale esterna dell’Antro della Sibilla,
due gruppi di segni riconducibili a vecchi calendari lunari. Nel primo
gruppo (definito dagli esperti Calendario A) ci sono segni lunghi
circa 10 centimetri e larghi 1,5 simbolo di un vecchio calendario lunare
basato sui mesi sinodici, di 29 giorni ognuno.
Nel secondo gruppo, (definito Calendario B) ci sono 13 segni in
tutto, 8 di questi disposti ad arco, con la concavità rivolta verso il
basso, seguiti da altri 5 segni più distanziati fra di loro. Il primo
gruppo di 8 segni molto ravvicinati si riferisce probabilmente ai primi 8
mesi più caldi dell’anno; gli altri 5 segni più distanziati tra di loro si
riferiscono invece ai 5 mesi più freddi, alla stagione invernale. Un altro
gruppo di 13 segni è stato osservato all'interno di uno dei corridoi
laterali rivolti verso il mare dell’Antro della Sibilla. Dopo un’attenta
osservazione dei Calendario B e C, gli studiosi dell’UAN
sono giunti alla conclusione che essi sono riconducibili a calendari
annuali di 13 mesi con mesi siderali di 28 giorni ognuno.
La manifestazione ha
richiamato tanti visitatori nel sito archeologico di Cuma, e le
impressioni a fine serata sono state più che positive.
Forse una maggior organizzazione avrebbe potuto evitare alcuni piccoli
disagi e inconvenienti accaduti durante la prima fase dedicata
all’interpretazione del mito di Dedalo. Il pubblico ha però perdonato tali
disagi, considerandoli piccoli “incidenti tecnici e logistici” che in una
manifestazione all’aperto possono anche verificarsi.
La rassegna culturale “Cuma, il volo e la parola” è solo una delle tante
manifestazioni organizzate nei siti culturali della zona flegrea per
l’estate 2006. Manifestazioni a cui consiglio di partecipare, perché tutte
di grande spessore culturale. L’emozione provata nella passeggiata
notturna per gli scavi archeologici di Cuma, illuminati da luci così
pacate, quasi discrete direi, si prova veramente in poche occasioni.
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