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pagina 4

luglio 2006

Numero 8

Campi Flegrei

“Il volo e la parola”
a Cuma

di Silvia Guardascione


Giochi di luci e ombre sui reperti archeologici e le bellezze naturali del Parco Archeologico di Cuma. Questo è stato lo scenario suggestivo della rassegna culturale “Cuma, il volo e la parola” conclusasi il 2 luglio.
La manifestazione culturale, iniziata il 18 luglio, è stata organizzata dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici di Napoli e Caserta, dall’ Associazione culturale Oltre l'Averno, dalla Provincia di Napoli Città Metropolitana e dall’Unione Astrofili Napoletani, con il patrocinio della Regione Campania, del Comune di Pozzuoli, del Comune di Bacoli e dell’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo di Pozzuoli. Per ben due settimane si sono alternati momenti culturali di grande spessore in cui si è dato largo spazio alla musica e alle arti visive; a tal punto va ricordata la mostra delle opere d’arte di Vincenzo Aulitto, Antonio Ciraci, Salvio Capuano, Nunzio Figliolini e Adele Monaco nell’Antro della Sibilla.
Tra gli eventi di spicco di questa settimana dedicata alla cultura, ricordiamo lo spettacolo di Marco Zurzolo e la sua band tenutosi venerdì 30 giugno al Parco della “Città bassa” e il concerto del “Mr White Trio” con Enzo Danise al pianoforte, Aldo Vigorito al basso e Ivo Parlati alle percussioni organizzato per sabato 1 luglio.
La serata conclusiva del 2 luglio è stata caratterizzata da due momenti principali. Dalle ore 21 circa, presso il belvedere della Torre Bizantina, il pubblico ha assistito in un silenzio quasi religioso, alla lettura e all’interpretazione di Ottavio Costa e Caterina Pontrandolfo del mito di Dedalo, estrapolato dal VI libro dell’ Eneide di Virgilio:”…Daedalus, ut fama est, fugiens Minoïa regna, praepetibus pennis ausus se credere caelo, insuetum per iter gelidas enavit ad Arctos, Chalcidicaque levis tandem super adstitit arce…”. Riprendendo proprio alcuni versi dell’Eneide di Virgilio, il titolo della rappresentazione è stato “Per le Orse Gelate”; durante l’interpretazione sono stati ripercorsi i momenti cruciali del famoso mito di Dedalo: la fuga di Dedalo e Icaro dal regno Minoico con ali composte di piume leggere legate alle spalle con la cera, i dialoghi toccanti tra padre e figlio prima della morte dello stesso Icaro e il viaggio solitario di Dedalo verso Cuma.
La lettura ricca di enfasi di Ottavio Costa e di Caterina Pontrandolfo , ma anche le loro pause, i loro silenzi, hanno creato un’atmosfera quasi magica, in un sito archeologico che è stato da sempre protagonista delle più grandi storie e leggende mai conosciute. Il pubblico, a termine della rappresentazione, ha poi dimostrato di aver gradito la performance con un lungo e caloroso applauso, aggiungerei del tutto meritato.
La manifestazione è proseguita con l’osservazione degli astri, promossa dall’Unione Astrofili Napoletani (UAN). Sempre nella zona del belvedere della Torre Bizantina è stata allestita un’area di osservazione in cui sono stati posizionati un telescopio e due binocoli ad altissima risoluzione montati su cavalletti.
Il cielo non era limpidissimo come noi visitatori speravamo, ma abbiamo comunque potuto apprezzare le bellezze astrali di cui ci avevano parlato.
Il telescopio era rivolto a Giove, del quale è stato possibile osservare anche i quattro satelliti più vicini al pianeta, Io, Europa, Ganimede, Callisto. Con uno dei due binocoli abbiamo invece osservato un particolare quarto di Luna , con i suoi crateri e i suoi margini frastagliati.

 

L’osservazione degli astri è stata seguita poi da una lezione di Archeoastronomia, una sezione dell’UAN che negli ultimi anni ha riscosso molti successi. L’attività della sezione di Archeoastronomia dell’UAN ha consentito di individuare a Cuma la presenza di calendari murali basati sulle fasi lunari e ha spinto loro a supporre che uno dei templi del Parco Archeologico di Cuma non fosse dedicato ad Artemide, come gli esperti hanno sempre affermato, ma alla dea Diana. Gli studiosi dell’UAN, come uno degli stessi ci ha raccontato durante la manifestazione, sono partiti dal presupposto che Ártemis e Diana non possono essere considerate la stessa divinità, come molti erroneamente pensano: la prima è una divinità greca, la seconda romana. Successivamente hanno considerato che il tempio in questione risulta edificato proprio nell’età Augustea, periodo in cui lo stesso Augusto favorì solo le divinità autoctone.

L’aspetto più rilevante che gli esperti dell’UAN hanno valutato, riguarda le differenti caratteristiche lunari che le due divinità presentano: mentre Ártemis è collegata alla Luna crescente, Diana lo è alla Luna piena. I rilievi e gli studi degli esperti sul campo hanno dimostrato che nelle idi di agosto del 21 a.C., ovvero il giorno 13, sacro proprio alla dea Diana, fu possibile osservare dal fondo del tempio il sorgere della Luna piena. Studi successivi hanno evidenziato inoltre che era possibile osservare quasi ogni mese questo fenomeno da quel punto. Queste circostanze hanno spinto i membri della sezione di Archeoastronomia dell’UAN a supporre che la costruzione del tempio in quella posizione non sia stata completamente casuale e che appunto il tempio stesso sia dedicato alla dea Diana.

Per quanto concerne i calendari lunari, gli esperti dell’UAN mediante la proiezione di diapositive, hanno illustrato in quale modo sono riusciti ad individuare, sulla parete occidentale esterna dell’Antro della Sibilla, due gruppi di segni riconducibili a vecchi calendari lunari. Nel primo gruppo (definito dagli esperti Calendario A) ci sono segni lunghi circa 10 centimetri e larghi 1,5 simbolo di un vecchio calendario lunare basato sui mesi sinodici, di 29 giorni ognuno.
Nel secondo gruppo, (definito Calendario B) ci sono 13 segni in tutto, 8 di questi disposti ad arco, con la concavità rivolta verso il basso, seguiti da altri 5 segni più distanziati fra di loro. Il primo gruppo di 8 segni molto ravvicinati si riferisce probabilmente ai primi 8 mesi più caldi dell’anno; gli altri 5 segni più distanziati tra di loro si riferiscono invece ai 5 mesi più freddi, alla stagione invernale. Un altro gruppo di 13 segni è stato osservato all'interno di uno dei corridoi laterali rivolti verso il mare dell’Antro della Sibilla. Dopo un’attenta osservazione dei Calendario B e C, gli studiosi dell’UAN sono giunti alla conclusione che essi sono riconducibili a calendari annuali di 13 mesi con mesi siderali di 28 giorni ognuno.

La manifestazione ha richiamato tanti visitatori nel sito archeologico di Cuma, e le impressioni a fine serata sono state più che positive.
Forse una maggior organizzazione avrebbe potuto evitare alcuni piccoli disagi e inconvenienti accaduti durante la prima fase dedicata all’interpretazione del mito di Dedalo. Il pubblico ha però perdonato tali disagi, considerandoli piccoli “incidenti tecnici e logistici” che in una manifestazione all’aperto possono anche verificarsi.
La rassegna culturale “Cuma, il volo e la parola” è solo una delle tante manifestazioni organizzate nei siti culturali della zona flegrea per l’estate 2006. Manifestazioni a cui consiglio di partecipare, perché tutte di grande spessore culturale. L’emozione provata nella passeggiata notturna per gli scavi archeologici di Cuma, illuminati da luci così pacate, quasi discrete direi, si prova veramente in poche occasioni.

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