Livingston Texas
A 18 anni nel braccio della morte
di Roberta Mancini
Distesa di
mura e filo spinato, un sole caldo ed un cielo americano, quello che ti
sta proprio sulla testa, che ti sembra vicino un metro e poi il silenzio….
ma un silenzio quasi allarmante ed angosciante, un silenzio che non ti dà
pace.
Finalmente entri dentro, le guardie chiacchierano, ridono davanti alle
donuts appena comprate, anche loro vengono controllate, mentre tu, intanto
da tutto questo, sei quasi allibito dal fatto che in un posto triste come
quello riescano a comportarsi con disinvoltura.
Una volta passati per il metal detector, dopo aver controllato i documenti
ed i biglietti aerei per la “visita speciale” altre porte si aprono
davanti a te, passi per un’area aperta, i raggi del sole non sembrano più
così caldi perché provi un gelo dentro.
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foto p.d.r. |
Ora ci sei,
sei lì nel cuore del braccio della morte, tutto spigoloso, tutto squadrato
intorno, ovunque ti giri i segni del loro patriottismo, e poi arrivi nella
sala delle visite, i detenuti parlano con i propri parenti dall’altra
parte di un vetro senza poter avere nessun contatto… poi ho visto lui e il
suo sorriso mi ha rassegnata. Per anni ho corrisposto con Deryl, gli ho
raccontato la mia vita, mi ha fatto conoscere la persona che è diventata,
mi ha sempre dato una mano a capire ciò che è importante e mi ha sempre
ribadito di fare cose giuste e di tenere la testa sulle spalle ed in quel
momento lo stavo finalmente guardando negli occhi.
Abbiamo parlato delle cose più semplici ma anche della sua voglia di
essere libero, di vivere la vita, una vita che gli è sempre stata avversa,
della sua voglia di conoscere altre persone come me o una “sorella” con
cui corrispondere |
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A 18 anni nel braccio della morte
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perché è
soprattutto attraverso le lettere che gli scrivono che lui cerca di far
trascorrere quell’inesauribile tempo nella sua cella.
E’ stata un’emozione davvero difficile da descrivere.
Diciott’anni, visitare un detenuto nel braccio della morte, detta così può
sembrare un’esperienza brutta, triste, invece è stata la più importante
della mia vita, la più significativa, irripetibile ed unica, mi ha fatto
crescere, maturare ed acquistare consapevolezza. Un’esperienza che è
cominciata qualche anno fa, ma grazie a questo viaggio, ha concretizzato
il mio rapporto con una persona speciale che mi ha sempre aiutato con le
sue parole, nonostante non fossi io rinchiusa in una “gabbia” e che ora
sento di dover soltanto ringraziare per tutto quello che mi ha dato. Deryl
Madison è rinchiuso nel braccio della morte in Texas (USA) dal 1989.
Dopo anni di solitudine e abbandoni, oggi Deryl è in attesa di una
sentenza che potrebbe portare ad una riapertura del suo processo che
modificherebbe la sentenza da condanna a morte a carcere a vita..
Deryl ha bisogno di amici di penna con il quale condividere un pò della
sua solitudine.
Chi volesse scrivergli, può farlo in lingua inglese, all’indirizzo:
Deryl. W. Madison #000946
Polunsky Unit D/R 3872 FM 350 South
Livingston TX 77351USA.
Per ulteriori informazioni su come corrispondere con un detenuto nel
braccio della morte:
http://www.coalit.org/versitalia.html sezione Scrivere ad
un condannato oppure contattaci su
info@coalit.org
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