Napoli
La frana di Ischia e il terremoto di Giava la natura è un insieme di
sistemi complessi
di Carmen Milone
E’ molto
difficile spiegare la complessità della natura e tutte le interazioni che
esistono sul Pianeta Terra e nel Pianeta Terra. Osservando in profondità
il nostro pianeta possiamo facilmente capire che non basta una semplice
relazione a spiegare delle realtà, che purtroppo si sono verificate e si
continuano a verificare in tutto il mondo.
Molti sistemi,
scontrandosi danno luogo a dei fenomeni naturali poco piacevoli per
l’uomo. Questi fenomeni sono infatti l’espressione della forza
incommensurabile della natura: un terremoto, uno tsunami, un’eruzione
vulcanica, una frana. Tutti questi fenomeni hanno in comune qualcosa:
nascono per lo squilibrio di parametri fisici della geologia.
Due fenomeni si sono abbattuti i mesi scorsi che hanno scosso ancora una
volta l’uomo: si tratta di due calamità avvenute in due luoghi
completamente diversi e per cause completamente diverse. Ma anche qui la
meccanica dei fatti mi ha spinto a trovare delle similitudini.Il 30 aprile
2006, un costone della spiaggia dell’arenella ad Ischia travolge con una
colata di ghiaia e fango la frazione di Pilastri causando il crollo di una
casa con sei persone. Un disastro questo, che si poteva sicuramente
evitare. Già da tempo si sapeva che questa era un’area a rischio “frana”,
in quanto costituito da terreni prevalentemente argillosi, giacenti su un
piano alquanto inclinato. E nonostante questo era stato costruito.
Nei giorni che hanno preceduto questo episodio, le condizioni
metereologiche non erano state delle più favorevoli, infatti c’erano state
precipitazioni abbondanti. L’argilla, siccome ha un reticolo cristallino
affine per le molecole d’acqua, si è appesantita come una spugna e la
superficie dei suoi strati è divenuta scivolosa. Quindi come un una massa
molto pesante per collasso è rotolata giù per il pendio e con la sua forza
ha distrutto l’abitazione. La natura ha purtroppo risposto così alla
pioggia, ritrovando un nuovo equilibrio.
Spostiamoci poi chilometri e chilometri più il là, nell’Indonesia,
località investita il 27 maggio 2006 da un terribile sisma dalla magnitudo
di 6,2 gradi della scala Richter. Ha seminato panico e causato la morte di
più di 5000 persone fra la provincia di Yogyakarta e Giava. Anche qui la
densità di popolazione è molto alta e si sa da tempo che questa zona è a
rischio sismico trovandosi nella cosiddetta “Cintura di Fuoco”. Questo
appellativo è usato per indicare una zona su cui si allineano come su una
cintura gli ipocentri più frequenti dei terremoti e le eruzioni
vulcaniche. E’ di “fuoco” perché le placche oceaniche e/o continentali
entrano in |
|
UlixesNews
© è una testata giornalistica
online edita dall'associazione culturale
Ulixes.it
Per essere avvisati alla sua uscita inviare una mail a
news@ulixes.it con scritto:
"desidero essere
avvisato".
•
La frana di Ischia e il terremoto di Giava...
pag. 1 di
Carmen Milone
•
Spiagge e fondali puliti per sole 24
ore
pag. 2
di Silvia Guardascione
•
Luci sull’arte: Chao Ge e Rino Sessa
pag. 3
di Marika Guerrini
•
Estate in movimento
pag. 3
•
Il ritorno delle tartarughe flegree
pag. 4
di Peppe Del Rossi
•
REPORT
inserto fotografico
•
Avvisi in bacheca link a Ulixes.it |
collisione,
generando sismi e fusione della crosta. In Indonesia le due placche in
collisione, avendo un comportamento prevalentemente rigido, hanno generato
energia che si è sprigionata come quando si rilascia una molla dopo averla
compressa.
Anche questa
volta la natura si è comportata così per ritrovare un nuovo assetto. Il
terremoto è stato infatti di origine tettonica (dovuto cioè alla
collisione di queste grandi placche) ed è stata la risposta al continuo
movimento di celle convettive incandescenti,che si trovano al di sotto
della crosta oceanica.
Questo vuole
anche dire che questa zona è soggetta ad episodi di questo genere.
Infatti, ricordiamo che lo tsunami invase proprio queste zone. L’uomo
quindi conosce i fenomeni naturali e le zone a rischio, può prevenire le
catastrofi.
Raccontando di questi due episodi, è possibile osservare che pur essendo
fenomeni così diversi sono simili per la loro dinamica: la frana di Ischia
infatti è come se fosse stato un piccolo sisma, che ha distrutto
un’abitazione e sicuramente il suo inizio sarà stato preannunciato da un
boato come per un terremoto. D’altra parte un sisma come quello di Giava
avrà generato sicuramente tante frane che hanno travolto più abitazioni.
Quando si sviluppa un fenomeno, inevitabilmente se ne generano altri.
Quindi
possiamo evidenziare come fenomeni, avvenuti per cause diverse, possano
dare gli stessi effetti e come quindi la natura sia complicata. Essa non è
statica ma dinamica, non si potrà mai generalizzare su di essa: i fenomeni
naturali sono il risultato di interrelazioni fra sistemi complessi. Questi
due esempi (ma ce ne sono tanti altri), mettono quindi in risalto che il
motivo principale di queste “ribellioni” naturali sia dovuto proprio alla
ricerca continua della natura stessa di nuove situazioni di equilibrio.
vai a pagina 2. |