Il Teatro, lo specchio della vita

Intervista a Susie Calvi, attrice, regista e insegnante di teatro

 

Susie Calvi - foto di Alessandra Calvi

 

Qualche giorno fa, poco prima della sua partenza per un Stage di teatro dedicato a bambini ed adulti in Valle D’Aosta, siamo riusciti ad incontrare Susie Calvi, giovane attrice, regista e insegnante di teatro.
Nata a Pozzuoli, ha alle spalle una lunga ed importante esperienza professionale, iniziata a Napoli con l’Università Popolare dello Spettacolo, oggi vive e lavora a Roma . Susie che avevamo già conosciuto in occasione della prima del suo spettacolo: “Il tarlo del teatro” è una donna dal portamento elegante e dotata di grande vitalità, sempre proiettata verso l’orizzonte del suo cammino artistico, che ha iniziato fin dalla tenera età di sette anni. Una scelta, negli anni, sempre più consapevole che la spinge, dopo aver completato gli studi, ad intraprendere l’impegnativo percorso del teatro in ambito sociale, rivolto ai ragazzi del Quartiere di Scampia.
Quello di Susie è stato ed è un percorso formativo ed autoformativo in continuo sviluppo, le cui radici affondano nelle profonde tradizioni antropologiche del teatro napoletano, da cui ne trae impulso e vitalità. La rigenerazione che passa per quel processo perpetuo di rimescolamento dell’antico con il nuovo.

Iniziamo la breve intervista partendo proprio dallo Stage di teatro per bambini ed adulti che si sta svolgendo in questo periodo :

Dal 5 al 13 di luglio lei terrà uno Stage di teatro a Saint – Marcel un comune della Valle D’Aosta, una nuova sfida per Susie Calvi ?

Si la vedo un po’ come un’altra sfida ! Uno Stage di teatro per adulti e bambini tra le montagne della Valle D’Aosta nella ridente località di Saint – Marcel in cui gli attori potranno godere della pace delle Alpi e recitare all’aperto. La sfida sta nel portare un gruppo di persone adulte ed anche bambini a fare teatro in un luogo dove regnano tranquillità e pace, lontano dai ritmi della città, della scuola ed anche dalla tecnologia.

C’è sempre qualcuno o qualche occasione che fa scaturire la passione per il teatro, a lei cosa è accaduto:

Il teatro per me è tutto, è la mia vita, sono entrata in questo magico mondo all’età di sette anni, ero una bambina timida, di quelle che non riuscivano a recitare la poesia di Natale senza scoppiare a piangere, così mio padre un giorno mi trascinò sul palco con una scusa e da allora non ne sono più scesa.
Diceva Eduardo De Filippo: “Finchè c’è un filo d’erba sulla terra ce ne sarà uno uguale e finto sul palcoscenico”
Questo è per me il teatro, è lo specchio della vita .

Un rapporto tra vita reale e teatro così lungo e costante nel tempo, avrà generato e dato forma a tante esperienze, ci indichi quali sono state per lei quelle più significative.

Ogni esperienza è stata significativa a suo modo, ma tra le più forti e che rimangono indelebili, ci sono sicuramente quelle fatte come regista nell’ambito del sociale, con i ragazzi di Scampia. Quando ho iniziato a lavorare con loro, nel 1992, mi ero appena diplomata all’Università Popolare dello Spettacolo a Napoli, e mi sono ritrovata in questa realtà non certo facile, ragazzi tossicodipendenti, ragazze giovanissime che si prostituivano, ma ho fatto un intervento di teatro, senza pensare troppo alla terapia di gruppo, ero giovane ed avevo questo grande desiderio di fare teatro con loro, senza chiedere troppo, senza entrare nelle loro vite. Eppure con mia grande soddisfazione, i ragazzi si impegnavano nelle attività da me proposte, e quando comunicai loro che il mio intervento era finito, mi chiesero di non lasciarli, non abbandonarli, ma io risposi che avrebbero dovuto continuare a fare teatro da soli, con gli strumenti che io gli avevo dato. Ed infatti alcuni di loro hanno continuato a formare dei piccoli gruppi teatrali, perché avevano trovato nel teatro la loro dimensione, si sentivano qualcuno, si sentivano accettati e parte di un gruppo. Mi hanno invitata dopo un paio di anni, a vedere un piccolo spettacolo, una storia scritta da loro molto semplice, ma c’erano i loro genitori, c’erano i loro amici, c’era il tempo che avevano dedicato ad un’attività tutta loro, qualcuno continuava la sua vita, però la sera aveva un impegno, un punto di riferimento, un senso di responsabilità di fronte ai compagni. La sera si provava !
Il mio primo spettacolo è stato una messinscena della Natività “Quando nascette ninno” con la regia di Alfonso Guadagni, mio grande maestro, un enorme allestimento alla mostra d’Oltremare a Fuorigrotta con un’importante produzione e il primo articolo sul “ Il Mattino” con la mia foto .
Fu un momento professionale molto significativo a partire dal ruolo, Maria. Mai avrei pensato, con i miei lineamenti duri e forti, di rappresentare un ruolo così impegnativo, ma il regista riuscì a guardare in me fino in fondo.
.Questo è il teatro! Poi è arrivata la televisione in Rai a Roma con “Il grande gioco dell’oca” diretto da Jocelyne che mi ha inserito in ambiti totalmente diversi dal teatro ma fondamentali per una crescita professionale efficace.

Gestisce un teatro a Roma, quali sono gli ingredienti necessari per fare teatro in tempo di crisi?

Si, attualmente sono il direttore artistico dell’Associazione culturale VIVATEATRO (www.vivateatro.it) che da oltre 10 anni si occupa di organizzare corsi di teatro per bambini dai 3 agli 80 anni.
La crisi è soprattutto sociale, le persone nonostante tutti i mezzi di comunicazione hanno molta difficoltà a stare con gli altri e il teatro insegna proprio a stare bene nel gruppo, per questo motivo cerco di creare momenti anche al di fuori dell’ora di teatro, per unirli ed insegnare loro la socialità, che non è cosa scontata in un mondo così competitivo.
Inoltre il teatro a mio avviso è un energia, che una volta provata e vissuta, costituirà una marcia in più, nella vita. Il teatro insegna a canalizzare l’aggressività, il bambino molto vivace, trova nel teatro e nello spazio di finzione il posto in cui, può liberare l’energia e imparare a gestirla.

Su cosa sta lavorando. Quale sarà il suo prossimo spettacolo?

In questi giorni sto lavorando con la Compagnia “I Saponificattori” sullo spettacolo “La cara amica Gilda”, una commedia brillante per divertirsi, riflettere e sorridere con i personaggi che mettono in scena l’eterna ed attuale lotta tra l’essere e l’apparire. Andremo in scena ad ottobre.

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