Da Nordahl a Higuain: i record del calcio italiano 66 anni dopo

Stadio San Paolo, dalle ore 20.45 ben 56mila spettatori il 14 Maggio 2016 attendevano che la storia dedicasse una sua pagina a tutti loro. La invocavano addirittura. Partita Napoli-Frosinone, ultima gara di campionato. Se i partenopei avessero ottenuto la vittoria, si sarebbero aggiudicati la partecipazione alla Champions League 2016/2017 accedendo direttamente alla fase a gironi, senza passare dai preliminari. Ciò vuol dire una preparazione atletica più tranquilla in estate e più entrate nelle casse della società. Ma la vera speranza di quei 56mila era un’altra: vedere colui che già era il capocannoniere del campionato, Gonzalo Gerardo Higuain, passare da una grandissima impresa ad un’impresa storica, e cioè eguagliare il record di 35 marcature in un singolo campionato detenuto dallo svedese GunnarNordahl realizzato nel 1949/50 che reggeva ormai da 66 anni, quando il calcio non era lo stesso che conosciamo oggi.

Alla fine dei primi 45’ di gioco il risultato è di 1-0 in favore del Napoli, ma la marcatura è del capitano Marek Hamsik, la partita è bloccata, Higuain è sempre stretto nella morsa dei difensori avversari e il record sembra lontano. Pesa il momento più basso del campionato dell’argentino quando nella gara esterna persa dal Napoli con l’Udinese, per una reazione verso un avversario e proteste veementi con l’arbitro saltò 3 partite per squalifica che gli negarono la possibilità di aumentare il bottino di reti stagionali.

Ma nella ripresa, al 52’ arriva il primo gol dell’argentino: slalom sulla destra in mezzo a 3 avversari del brasiliano Allan che mette la palla in mezzo per Higuain che la appoggia a sua volta comodamente in rete. Si accende la speranza per l’impresa, sono 34 goal. A meno uno dal record inizia ad aumentare l’intensità della pioggia. 10 minuti dopo ancora azione dalla destra, stavolta del terzino albanese Hysaj che crossa in mezzo e ad aspettare quel pallone c’è ancora lui: Higuain lo appoggia ancora in rete e il record è eguagliato.

Come molti potranno notare, ci sono dei momenti in cui, in qualsiasi ambito, sportivo e di vita quotidiana, aleggia nell’etere un’atmosfera diversa. Un’elettricità nell’aria che spesso fa da cornice a quelle giornate che non sono come le altre, in cui qualcosa di importante sta per succedere. I 56mila di cui abbiamo parlato sono ormai contenti di aver visto il ritorno di un record a cui hanno assistito, ma nel cuore di ognuno è scomodo dividere il primato con qualcun altro. La gioia espressa è di facciata, perché in realtà tutti vogliono di più. Ma tutti sono consapevoli che stanno chiedendo l’impossibile: può accadere di realizzare 2 reti in una partita (lo fanno anche i difensori a volte!), ma 3 è più complicato. E soprattutto realizzarne 3 quando quel 3 è l’unico numero possibile per entrare davvero nella storia e quando la storia di questo campionato ha raccontato che l’argentino ha realizzato solo doppiette e mai una tripletta in questa stagione. Ma c’era davvero elettricità nell’aria! E ad un certo punto la pioggia che cadeva copiosa su Fuorigrotta assume i toni della tempesta. Il commentatore tecnico di Sky Sport ed ex calciatore Daniele Adani, da esteta del calcio qual è, sottolinea profeticamente che la pioggia da sempre accompagna tutte le grandi imprese.

E dopo 71 minuti dall’inizio di quell’appuntamento con la storia col rischio che fosse semplicemente un’attesa di Godot, questa arriva a scrivere la sua pagina: L’olandese DriesMertens, da poco entrato in campo, scodella una palla centralmente per Higuain che è di spalle alla porta, e normalmente non potrebbe concludere a rete, se non con quello che è il gesto acrobatico più difficile nel calcio in quanto non si ha visione della porta avversaria. L’argentino si gira in rovesciata e scaglia la palla in porta. Sono 36 goal in un singolo campionato. E’ recordassoluto. Anche la telecronaca sempre puntuale e raffinatamente tecnica di Adani, in questo caso lascia spazio alla spontaneità più bella di chi ama il calcio: “Non è vero! Non è vero! Non è mica possibile così! Il 36esimo con questa giocata!” sono le esclamazioni che fanno da cornice al boato di quei 56mila sugli spalti che 25 anni dopo Diego Armando Maradona ora hanno un altro argentino da acclamare. E ancora citando la coppia di telecronisti Compagnoni-Adani che hanno dato ancora maggiore intensità, se possibile, a questo momento, tutto ciò sembra il copione di un film. Un record che resisteva da 66 anni, in un calcio che era meno tattico e quindi più libero, in un campionato come quello italiano in cui oggigiorno c’è lo studio ossessivo delle contromosse per l’avversario, è solo un ricordo.

Gonzalo Gerardo Higuain, il cui il nonno materno è stato un vincente allenatore di pugilato e da cui ha probabilmente ereditato la tempra che gli permette di rialzarsi dopo una batosta, si è riscattato in una sola stagione dalle brutte figure di un anno fa, quando fallì dapprima un rigore che poteva regalare la qualificazione in Champions League ai napoletani e poi un goal da solo davanti al portiere nella finale dei Mondiali, poi persa con la sua Argentina.

Dopo un altro evento storico come la vittoria del Leicester della Premier League inglese e dopo ammirare come un qualcosa di molto distante dalla nostra realtà le gesta di quei grandi campioni del campionato spagnolo ad esempio, che realizzano valanghe di goal ogni anno, arriva un altro record, stavolta made in Italy, in questa stagione calcistica. Questo è tutto il concentrato di emozioni che la storia regala quando decide di supervisionare evento ed aggiungere un’altra pagina al suo già folto almanacco.

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