Il Cinema e il difficile rapporto con la realtà

Quello attuale è il periodo mediaticamente dominato dalla cerimonia di assegnazione dell’Academy Award (noto più comunemente come Oscar), ovvero il più antico e importante premio cinematografico al mondo, assegnato dall’Academy of Motion Picture Arts and Science con più dei 6000 membri votanti. Ma nello specifico, il film cos’è?
Il film è l’opera finita, il risultato dell’unione di produzione, regia, sceneggiatura, scenografia, musiche e costumi, con l’intervento degli attori. E simbolicamente, cosa rappresenta un film?
Il film può essere interpretato come una trasposizione della vita quotidiana sullo schermo, come riproduzione fedele o simbolica. Si noti infatti come il film è lo specchio della società attuale in cui viene prodotto, e questa è una condizione fondamentale per la riuscita dello stesso, dato che per gradirne la visione, gli spettatori devono dapprima comprenderlo e poi immedesimarsi. Perché solo ciò che si comprende può essere giudicato. E i film vivono di giudizi e critica. Lo spettatore che da casa o al cinema va a fruire di una pellicola cinematografica si aspetta di vedere nei personaggi in scena gli stessi propri sentimenti, e di condividerne ansie, paure, gioie e desideri come in una sorta di catarsi. E perciò, queste ansie, paure, gioie e desideri, sono l’espressione di ciò che emerge dalle profondità di una società. Ed è sempre stato così.
Fin dalla nascita del cinema, infatti, nel 1895, ad opera dei fratelli Lumière e soprattutto dal perfezionamento dello stesso ad opera di Georges Meliès, che è statoil padre degli effetti speciali, si può notare come sulla tela venivano proiettate immagini futuristiche e contornate di magia perché la nuova tecnologia accese l’immaginario collettivo, e ciò che emergeva dalla società di allora era che il salto nel futuro ormai era stato compiuto, e che da quel momento tutto sarebbe stato possibile. Anche la stessa Hollywood nacque per un motivo simile: in un’America reduce da una grave crisi economica e sociale, caratterizzata da una perdita di fiducia nella propria identità nazionale da parte di cittadini ormai smarriti, intorno agli anni dieci del Novecento, va formandosi Hollywood come punto di riferimento del cinema mondiale. E con essa nasce anche il divismo: personaggi celebri, mitizzati dallo schermo, che diventano soggetti da imitare e da prendere come esempio di virtù per una nazione che ha bisogno di riferimenti. Hollywood ha avuto dunque anche una funzione sociale:quella di riabilitare l’immagine dell’America dinanzi ai suoi cittadini.
Oggi, invece, si può notare come la produzione cinematografica si concentri molto sui poteri delle lobby che governano il mondo perché c’è effettivamente l’idea da parte del singolo cittadino che la sua vita non gli appartiene più, ma che sia decisa da poteri più grandi. Non a caso Di Caprio, premiato con l’oscar come miglior attore per il film The Revenant, ha scelto nel suo discorso di premiazione di ricordare il grave problema del riscaldamento globale e ha dichiarato: “Dobbiamo sostenere i leader di tutto il mondo che non parlano per i grandi inquinatori o le grandi aziende”.Un altro aspetto che emerge attraverso i film sulla società attuale è la paura costante del terrorismo, che hanno sostituito probabilmente il genere noir di tempo fa. Questo genere si cala perfettamente in questo clima di continua tensione e di paura di stili di vita diversi dal proprio che vige nel mondo attuale. Oppure ancora, dando uno sguardo alla cinematografia che cerca di aprire una finestra sul futuro, si può notare come infondo gli scenari descritti siano due: futuri in cui tutto è possibile, al limite del fantasy, oppure scenari post-apocalittici in cui il futuro acquisisce i toni di una regressione al passato, dovuta al fatto che l’uomo ha quasi distrutto il proprio pianeta e che le grandi aziende col loro potere illimitato hanno acquisito un monopolio anche sulla vita degli uomini.
Dunque, l’analisi sulla cinematografia è più importante di quanto sembri perché non è solo un’espressione artistica, ma una produzione degli uomini per gli uomini, che aiuta meglio a comprendere come gli stessi concepiscano la società in cui vivono. “Dimmi che film produci e ti dirò in che tipo di società vivi” verrebbe da dire.

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