La minaccia del terrorismo e le incertezze dell’ Europa

Quello di Londra, di qualche giorno fa, davanti a Westminster, è solo l’ultimo di una lunga escalation di atti di terrorismo che negli ultimi decenni sta martoriando il mondo intero. Non potrebbe mai essere esaustivo entrare nel dettaglio dei singoli episodi e delle ragioni che conducono a questi attentati, perché ci sarebbe sempre l’incertezza che tutti gli aspetti che sono stati sviscerati ed analizzati, vadano davvero a comporre tutto il puzzle. Pertanto ci limitiamo, in questa sede, ad analizzare le conseguenze che questa situazione caotica in cui sta versando il mondo, ha comportato sulla società contemporanea.

In primis, naturalmente, sono i governi di ogni Paese ad essere toccati da questa emergenza, in quanto rappresentano i propri cittadini, e devono quindi cercare di garantire la massima sicurezza all’interno e, per quel che è possibile, all’esterno dei propri confini. Incominciamo col notare, quindi, che a seguito di ogni attentato ed episodio di violenza, vengono rinnovate e adattate le misure di sicurezza per correggere eventuali falle. Il famoso attentato alle Torri Gemelle del 2001, infatti, ha comportato il primo totale rinnovamento delle misure di sicurezza aeroportuali (in vigore ancora oggi), che furono violate per la prima volta nella storia, risultando così non all’altezza. Passando poi per le misure di sicurezza con controlli a tappeto all’esterno dei monumenti storici, e per l’aumento del personale addetto fuori dagli impianti sportivi in occasione delle manifestazioni internazionali (ricordando il tentativo di attentato che si esaurì solo all’esterno dello Stade de France nella notte degli attentati a Parigi), oppure in occasione delle grandi manifestazioni popolari dopo la strage di Nizza. Infine, è di pochi giorni fa la notizia che gli Stati Uniti hanno intenzione di applicare per questioni di sicurezza un divieto per i passeggeri dei voli provenienti da alcuni stati dell’Africa e del Medio Oriente, di portare con sé in cabina pc, tablet e tutti gli apparecchi tecnologici più grandi di un cellulare. La Gran Bretagna sembra intenzionata ad attuare questa nuova misura di sicurezza, mentre Francia e Canada l’hanno presa in esame per valutarla. Insomma, si può dire che dal punto di vista politico, era dai tempi delle grandi guerre internazionali che non si vedeva questo stato di allerta per i confini interni dei Paesi.

Analizzando invece la questione dal punto di vista emotivo, possiamo notare una forte inversione di tendenza rispetto ad alcuni decenni fa, nei quali, complici internet e i miglioramenti tecnologici che rendevano il mondo un’unica grande casa, si ricercavano il superamento dei confini e l’integrazione fra i popoli. Anzi, non erano visti di buon occhio i regimi dittatoriali che preferivano rinchiudersi al proprio interno ed ostacolare l’integrazione. Perché aprire le proprie porte a nuove influenze era considerata come una possibilità per il progresso. Oggi, invece, si ha paura. E non è un caso che Donald Trump, abbia impostato alcuni punti della sua campagna elettorale per la presidenza più influente al mondo, proprio sul porre un freno all’integrazione di vario genere, lasciando intendere che è meglio “cavarsela da soli”, perché ciò che viene da fuori può rappresentare una minaccia. E, sebbene con ogni probabilità, questo tipo di campagna elettorale una trentina d’anni fa non avrebbe giovato ad un candidato, oggigiorno ha pagato, forse proprio perché espressione di un sentimento popolare piuttosto diffuso. D’altronde non è stato un caso isolato, dato che anche in giro per l’Europa da qualche anno si parla sempre più di chiusura delle frontiere.

Sembra quasi come se in Occidente si fosse rimasti scottati da un’apertura all’integrazione ed alle alleanze del passato con un alcune realtà del Medio Oriente che si sono ormai ritorte contro, e si sta cercando di tornare sui propri passi. Complice anche una mancanza di stabilità economica e sociale di molte realtà soprattutto europee, il terrorismo riesce ad insinuarsi sempre più nell’immaginario collettivo prendendo forza e facendoci sentire sempre meno al sicuro nonostante l’aumento dei provvedimenti per la sicurezza, anche se nella realtà dei fatti il regime terrorista sta perdendo sempre più città dalla propria egemonia. Concludendo, dunque, possiamo asserire che dal punto di vista emotivo, le minacce che apparentemente giungono solo dall’esterno, in realtà hanno una base nelle difficoltà che vive la società già al proprio interno ogni giorno, come ad esempio accade con i problemi a relazionarsi con l’immigrazione, che erano presenti già da prima, e ultimamente si sono solo amplificati a causa dei conflitti. La situazione più difficile, infatti, sembra esserci proprio per coloro a cui i terroristi hanno distrutto un Paese, e che, in cerca di una nuova casa per avere una seconda occasione, a causa dell’odio generato, rischiano di non averla mai

Lascia un commento su "La minaccia del terrorismo e le incertezze dell’ Europa"

Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato


*