Uno studio coordinato dall’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr, in collaborazione con Collegio Carlo Alberto di Torino e Universidad Carlos III di Madrid, pubblicato su Nature Communications, dimostra come la cooperazione necessaria per affrontare problemi sociali, ambientali e sanitari come il cambiamento climatico e la pandemia di COVID-19 sia legata alle norme sociali, le regole informali che disciplinano la vita collettiva
La soluzione a problemi sociali, ambientali e sanitari come il cambiamento climatico e la pandemia di COVID-19 passa spesso attraverso l’adozione di comportamenti costosi per gli individui, come l’adozione di uno stile di vita a basso impatto ambientale o la vaccinazione di massa. Tuttavia, il rischio collettivo affrontato può influenzare direttamente le norme sociali che regolano tali comportamenti. Questi sono i risultati di uno studio sperimentale pubblicato su Nature Communications dall’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc) in collaborazione con il Collegio Carlo Alberto di Torino e l’Universidad Carlos III di Madrid.
“Le norme sociali sono regole informali che disciplinano la vita collettiva, prescrivendo cosa si deve o non si deve fare. Salutarsi con un colpo di gomito invece della stretta di mano, lasciare o meno la mancia, rispettare una coda, adottare comportamenti green: si tratta di un codice che può cambiare notevolmente da un contesto all’altro”, spiega Giulia Andrighetto del Cnr-Istc e coordinatrice dello studio. “La cooperazione umana è spesso associata all’esistenza di norme sociali di questo tipo. Il nuovo studio fa un passo avanti, dimostrandone il ruolo causale nel favorire la cooperazione e l’effetto che affrontare rischi collettivi come quelli di una pandemia ha sulla forza delle norme stesse”.
La ricerca ha utilizzato i risultati di una sperimentazione condotta per 30 giorni su più di 300 individui a cui erano stati assegnati dei compiti volti a stimarne la cooperazione durante situazioni di rischio collettivo. “I giocatori dovevano decidere simultaneamente quale percentuale dei loro possedimenti donare a un fondo comune per evitare una catastrofe che avrebbe fatto perdere ai partecipanti tutti i possedimenti”, spiega Francesca Lipari dell’Universidad Carlos III prima autrice dello studio. “Il rischio con cui la catastrofe poteva realizzarsi veniva variato per valutare in quale misura influenzasse le scelte individuali”. La sperimentazione includeva anche compiti che servivano a misurare le norme sociali, la loro evoluzione e l’influenza sulle decisioni dei partecipanti.
“I nostri dati rappresentano una conferma sperimentale dell’idea che le norme sociali siano efficaci nel risolvere problemi di azione collettiva caratterizzati da rischio, favorendo la cooperazione tra le persone. E mostrano che, in situazioni molto rischiose, le norme aumentano la loro forza ed efficacia nel coordinare gli sforzi degli individui per risolvere tali crisi”, spiega Aron Szekely del Collegio Carlo Alberto primo autore dello studio.
“I risultati indicano anche che, quando i rischi collettivi diminuiscono, le regole sociali che motivano la cooperazione su larga scala si possono indebolire”, conclude Andrighetto. “Una conseguenza che dovrebbe essere contemplata maggiormente nella pianificazione di interventi sociali in questi ambiti”.
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