Archeologia e contemporaneo tornano a dialogare nel Parco Archeologico di Paestum con la pubblicazione del bando di concorso per la realizzazione di un’opera d’arte da collocare nell’area archeologica. Lo scopo è creare un legame concettuale tra l’installazione – un triclinio – e il Tempio di Nettuno per impegnarli in un discorso infinito, e forse anche obbligato, tra presente e passato, tra presenza e assenza, tra il senso di nostalgia di chi è appena andato via e la smania di chi sta per arrivare.
Il bando è rivolto ad artisti e designer operanti nei diversi ambiti delle arti visive e prevede un premio di € 30.000,00 per la realizzazione di una struttura che possa essere utilizzata come seduta dai visitatori e che richiami in qualche modo gli antichi triclini.
Un triclinio per Nettuno si pone in continuità con le installazioni di arte contemporanea già presenti negli spazi del Parco Archeologico di Paestum, sia nel museo con l’opera “Tempi Prospettici” di Carlo Alfano sia nell’area archeologica con “Il Cavallo di sabbia” di Mimmo Paladino, installazione voluta con il MMMAC – Museo Materiali Minimi di Arte Contemporanea.
“È dal 1972 che l’arte contemporanea ha fatto il suo ingresso a Paestum – dichiara il direttore, Gabriel Zuchtriegel –, all’inizio in punta di piedi, poi in forma sempre più incisiva e dichiarata. Mario Napoli, infatti, dovette far passare l’opera di Alfano come arredo da giardino per poterla collocare in un museo archeologico. Negli anni ‘70 i tempi ancora non erano maturi per intuire la lungimirante idea dell’ex soprintendente Napoli che già immaginava le potenzialità di un’opera d’arte contemporanea di fronte a un’importantissima testimonianza del mondo antico, la Tomba del Tuffatore. Oggi, l’opinione sull’accoppiata archeologia e contemporaneo è completamente diversa, lo abbiamo sperimentato con l’installazione de “Il Cavallo di sabbia” di Mimmo Paladino nel Santuario meridionale, ma anche con l’opera di videomapping “Metamorfosi” di Alessandra Franco proiettata sulla facciata principale del Tempio di Nettuno. L’arte contemporanea è necessaria in un luogo come Paestum, mai fermo, in continuo divenire con le nuove scoperte, gli eventi, i laboratori; essa esprime la voce di chi sa ascoltare il passato e lo ritiene un tassello essenziale per appropriarsi del presente”.
Nell’elaborare il loro progetto, gli artisti che parteciperanno al concorso dovranno porre attenzione anche ai materiali con cui l’opera verrà realizzata che dovranno essere compatibili con il contesto storico-archeologico in cui essa sarà inserita: saranno scartate le opere ideate con materiali fragili, facilmente deperibili, infiammabili e che richiedano onerosa manutenzione.
Il critico d’arte Gillo Dorfles, cittadino onorario di Capaccio–Paestum, diceva: «È l’atmosfera che è prodigiosa, l’ambiente di questa zona, della campagna, ha una qualità talmente eccezionale che incita alla creazione. Quando vengo a Paestum la voglia di dipingere e di scrivere viene eccitata». Ed è proprio a una simile creatività che il Parco ambisce con “Un triclinio per Nettuno” e, in generale, con tutti gli altri progetti in cantiere che vedono l’archeologia e l’arte contemporanea uniti verso il raggiungimento di obiettivi comuni.
Gli artisti che vorranno partecipare al concorso di idee avranno 60 giorni di tempo per elaborare i progetti artistici che saranno valutati da una commissione di esperti individuati dal Parco Archeologico di Paestum, dalla Direzione Generale Creatività contemporanee e Rigenerazione Urbana del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e dalla Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee di Napoli.
Un triclinio per Nettuno fa parte del più ampio progetto “Il futuro della memoria: archeologia e contemporaneità”, cofinanziato dalla Regione Campania, di cui fanno parte anche la mostra “Poseidonia città d’acqua: archeologia e cambiamenti climatici” e il videomapping “Metamorfosi” che, visto il grande successo di pubblico, sono stati prorogati fino al 3 maggio 2020.
Scarica il bando sul sito web www.paestum.museum
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