L’ Italia del web ha compiuto 30 anni

Era il 30 aprile 1986 quando partì il primo “ping” da Pisa verso un satellite, per poi scendere di nuovo creando un collegamento con Roaring Creek in Pennsylvania. Il mondo in quei giorni era sconvolto dalla tragedia nucleare di Chernobyl, per cui quest’evento era passato totalmente sotto traccia. Non si parlava di Internet neanche nel comunicato che dopo qualche giorno venne predisposto a Pisa. Si parlava semplicemente di collegamento di Pisa ad Arpanet, la rete che era nata negli Stati Uniti nell’ottobre del 1969 per collegare i computer di molte università americane. Nessuno immaginava la portata che avrebbe assunto questo singolo ping.

A distanza di 30 anni invece noi siamo in Internet. Viviamo quotidianamente interconnessi gli uni agli altri, senza nemmeno farci caso. Sul web riponiamo quasi per intero la nostra vita: i nostri ricordi, le nostre esperienze, le nostre relazioni sociali. Internet è diventata nel corso degli anni ben più di una semplice facilitazione per raggiungere luoghi che fisicamente sarebbero stati inarrivabili, ma ha quasi sostituito la classica interazione fisica. Oggigiorno essere connessi con qualcuno in rete, equivale ad averlo dinanzi a sé. Capita spesso infatti di avere contemporaneamente un’interazione con qualcuno presente fisicamente e qualcuno che è molto lontano da noi grazieaglismartphone, e non se ne avverte quasi la differenza: la connessione virtuale provoca ormai gli stessi sentimenti di gioia, dolore e rabbia come con qualsiasi contatto diretto.

Inoltre questo ha dato anche un grande supporto alla società dell’immagine. Ora quasi tutti considerano la loro immagine virtuale alla pari della propria immagine fisica, e questa concezione è ciò che da grande potere e diffusione ai social network come Facebook, Twitter, Instagram, Snapchat e chi più ne ha più ne metta. Talvolta c’è anche una cura maggiore verso la propria immagine virtuale che verso la propria immagine reale, perché il web concede infinite possibilità, e molti tendono a crearsi un proprio personaggio così come vogliono che questo appaia agli altri utenti. Grazie a Internet, ad esempio, è nato il “selfie”, che ha trovato così tanta diffusione perché chi si impegna a fotografarsi sa che dall’altra parte ci sarà qualcuno che fruirà di questo contenuto e che giudicherà in maniera positiva o negativa l’autore in base a ciò che vedrà.

Ma oltre all’immagine, Internet offre parallelamente anche la possibilità di ampliare i contenuti. Il web è infatti anche luogo di ritrovo per persone che condividono degli stessi interessi, e che possono confrontarsi liberamente e spontaneamente con qualcuno che è come loro, evitando quindi il fenomeno dell’esclusione per i cosiddetti interessi di nicchia. Ormai le community sono qualcosa di forte, e hanno potere di influenzare dalla propria abitazione fenomeni del mondo fisico, offrendo un feedback di cui non si può non tenere conto.

Internet ha regalato a tutti il dono dell’ubiquità costante: noi tutti viviamo ogni secondo della nostra vita contemporaneamente in 2 mondi differenti, e se in soli 30 anni si è riusciti a creare da zero un nuovo mondo, risulta difficile immaginare dove arriverà questa società tecnologica nel futuro. E pensare che la realtà virtuale italiana è cominciata da un ping a Pisa, presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Auguri!

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