Le Opere dell’Abate F. Galiani nei Campi Flegrei

[L’abate Ferdinando Galiani: filosofo , letterato e massimo economista del‘700 – nd B. Sol ] Fu eletto a 20 di settembre del 1784 , ove si ha cura di buona parte del patrimonio militare; ed il soldo insieme coi lucri di tal carica è circa secento ducati l’anno.

Appena entrò in questo nuovo impiego, propose al Re di fare a spese di quel Fondo un’opera molto utile e vantaggiosa allo stato.

Fu questa la riedificazione dell’antico porto di Baja e l’apertura del mare morto dove era il celebre porto di Miseno di cui gli Antichi Romani si servivano per le loro numerose flotte e stimavasi il più magnifico porto del Mediterraneo : a qual uopo avea già trovate sott’acqua molte pile dell’antico porto, di cui si può far uso oggi per costruirsi il molo, ed una banchetta con risparmio di molta spesa. In tal modo oltre di acquistarsi un comodo e sicuro porto cercava di rendere coll’apertura e scolo di mare morto salubre quell’aria, che è infetta delle acque stagnanti: e così potrebbonsi mettere a coltura, e popolare quelle amene contrade di Baja, Miseno, Bacula, Miliscola, monte di Procida, parte del territorio di Cuma , e di altre vicinanze.

Per la qual cosa disegnò ancora di dare scolo alle acque stagnanti della palude Acherusia o sia lago del Fusaro; e di fare una communicazione del lago Averno col lago Lucrino [opera abbandonata per le conseguenze della rivoluzione francese – nd B. Sol ] dove pensava di aprire una foce, che sboccasse in mare affinchè quelle acque, senza disseccarsi i laghi, fossero continuamente in mare così togliessero l’aria pestifera cagionata dal ristagno di esse.

In questi tempi che la nostra Corte ha in mira di render felice il regno con vantaggiarne a maraviglia il commercio e la marina , avendo impiegato specialmente in tali affari il Signor Cavaliere Acton uno de’ migliori Ministri dell’Europa, ch’è sempre indefesso nelle fatiche; risolvè subito di mettere in esecuzione l’impresa: la quale fu affidata all’istesso Galiani, che prese cura di tutto il necessario; e sotto la sua direzione si è cominciata ad eseguire ( In questi ultimi tempi il Consiglier Galiani per la sua cagionevole salute si facea ajtare spesso dal suo nipote cugino D. Francesco Azzariti, che si era messo a far la professione di avvocato con molto decoro. Quindi fu questi di Real ordine eletto Avvocato dell’opera di Baja, e destinato a sostenere le parti fiscali nelle occorrenze. Ora per essere grato alla memoria del zio raccoglie ed ordina tutte le opere inedite del Ga piani; e pensa di stamparle a fin di appagare i desideri del pubblico estremamente voglioso di tutto ciò, ch’è rimasto di lui)

Oltreacciò gli venne in mente, che quegli stessi luoghi sono celebri per le loro antichità; da che formarono ai due gran poeti Omero ed Esiodo l’oggetto delle loro favole, e delle à ed il cupo e questi poi trassero a se tutte le altre favole, e delle poetiche invenzioni. Infatti mentre quelle contrade sono assai dilettevoli per le loro delizie e piacevolezze del clima; vi si veggono nel tempo stesso in alcuni siti sparse in quà e in là grotte, mo fete, caverne, laghi, acque minerali, e vulcani, che ne rendono orrorosa e spiacevole la vista. Il che fu cagione che si finse quivi la più pregevole mitologia, ed i due gran principj delle favole quali sono gli Elisj ameni, ed il cupo Inferno e questi poi trassero a se tutte le altre favole.

Quindi Omero e Virgilio fecero dimorare Ulisse ed Enea presso la region di Pozzuoli per vedere le anime de’ loro maggiori, e de’ defunti amici e poco discosto di là si vede ancora il famoso antro, ove finsero che risedeva la celebre Sibilla Cumana. Per la qual cosa intraprese il Galiani di volere illustrare quei luoghi, e scrivere sopra quelle antichità affinchè per questo verso ancora si rendessero celebri le spese del Re nella restaurazione di quelle contrade. La qual materia sebbene oggi trovasi illustrata dai nostri antiquarj: nondimeno suo disegno era di trattarla in una maniera totalmente diversa e singolare, e per una via, che giammai alcuno avea tentato di calcare.

A quest’ora forse sarebbe compito un tal libro; se non lo avesse distolto poco dopo una grave malattia, che cominciata prima con leggieri sintomi di offuscamento di capo, e di fiacchezza nelle membra, divenne in appresso un male positivo, dal quale dopo aver languito molto tempo fu tolto la vita .

[Da: Vita dell’abate Ferdinando Galiani regio consigliere – Di Luigi Diodati – 1788]

 

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