Mercurio ha ritrovato la testa, ma qualcuno l’ha persa

Quando fui trasferito a Baia, nel lontano 1982, ebbi la fortuna di conoscere alcuni miei colleghi andati in pensione da poco e l’indimenticabile Giacomo De Stefano, il cui papà fu il primo assistente delle Terme Romane di Baia.

Furono colpiti dal mio interesse, dalle mie domande, desideroso di conoscere la storia di Baia attraverso le loro testimonianze dirette anziché dai libri e si fecero in quattro per illustrarmi e raccontarmi tanti aneddoti alcuni dei quali sugli scavi effettuati dal prof. Amedeo Maiuri.

Mi riferirono che quando iniziarono a scavare in quella che oggi viene chiamato settore della Sosandra, le prime ad apparire furono le tre nicchie di fronte e poi proseguirono a togliere la pozzolana sotto i loro piedi.

La prima statua a spuntare fu quella di Mercurio, si trovava alla base della prima nicchia riversa a terra come se fosse caduta da lì ma in posizione obliqua, con la faccia a terra e la bocca che poggiava su un pezzo di argilla.

Quando l’alzarono si accorsero che le labbra e i contorni della bocca ne avevano assunto il colorito rossastro penetrando in profondità nel marmo.

Alla sua sinistra spuntò la Sosandra, anch’essa faccia a terra ma in posizione dritta, alla base della nicchia centrale: presentava il naso scheggiato e le dita della mano sinistra spezzate.

Una notte di giugno 1978 alcuni ladri, ben organizzati, scesero dal Parco monumentale e asportarono la testa del Mercurio. La scoperta avvenne la mattina dopo col personale di sorveglianza incredulo per ciò che vedeva: Mercurio senza testa!

Fu allertato subito l’assistente che provvide a fare la segnalazione in Soprintendenza tramite fonogramma; come al solito si cercarono le responsabilità ma c’era ben poco da fare con un personale ridotto all’osso e nessun sistema di sorveglianza se non quello umano mal equipaggiato.

L’anno successivo arrivò la notizia che la testa fu recuperata dai Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale a Monaco in Germania e successivamente consegnata in Soprintendenza che la schedò e la portò nei suoi depositi. Il personale di Baia tirò un sospiro di sollievo ma rimaneva la beffa!

Nel 1980 i ladri d’arte riprovarono la stessa impresa. Stavolta il loro obiettivo era la testa del Dioscuro che si trovava alcuni terrazzamenti più su adagiato a terra, adottando lo stesso percorso.

Cominciarono a segare il marmo alla base del collo quando trovarono la violenta reazione dei colleghi di vigilanza che li misero in fuga.

Dopo quell’evento si decise di chiudere la statua in una cassa di legno e il 13 luglio 1986 fu trasportato tramite un elicottero Chinook della NATO al castello di Baia.

Siamo giunti ad agosto 2023 e ci troviamo col Dioscuro al Castello di Baia, la Sosandra al Museo Nazionale di Napoli ed il Mercurio che finalmente, dopo 45 anni, ha riavuto la propria testa. Eppure, invece di gioire, leggo online le cose più assurde: bisogna portare la statua di Mercurio al Castello per paura che si rubi di nuovo! Al suo posto meglio una copia! Idem per la Sosandra.

Praticamente si vorrebbe far diventare il parco archeologico di Baia come un museo delle cere, con delle copie al posto degli originali. Secondo me sarebbe una truffa far spendere dei soldi ai visitatori per vedere una copia invece che l’originale, sarebbe come far pagare 30€ per vedere la copia della Gioconda al Louvre invece dell’originale chiuso in cassaforte. Che senso ha andare sul posto? Tanto vale consultare internet. Che senso ha tirare fuori i reperti dai depositi?

Queste soluzioni escono fuori quando non si sa cosa fare e non si ha fiducia nei propri mezzi.

Sono sicuro che le nuove generazioni di funzionari, più a loro agio con le nuove tecnologie, sapranno trovare gli strumenti giusti per salvaguardare il nostro patrimonio ma soprattutto che riportino alla legittima residenza i suoi tesori.

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